Autovelox sequestrati: «Ora non pagate le multe»
Il consiglio agli automobilisti di Marzio Govoni (Federconsumatori Modena): «Fate ricorso al giudice di pace». Fabio Galli (Codacons Modena): «In caso di “bocciatura” i Comuni restituiscano i soldi»
MODENA. Un apparecchio è sotto sequestro, mentre il “gemello” no. I motivi sono ancora tutti da chiarire, così come tanti aspetti di una vicenda che ha mandato nel caos i Comuni di mezza Italia, con reazioni piuttosto diverse tra chi lo considera un fuoco di paglia e chi prende la cosa più seriamente.
L’indagine
Al centro c’è l’indagine partita dalla Calabria che ha portato a sequestrare decine di apparecchi elettronici fissi - i modelli “T-Exspeed v 2.0” - per la rilevazione della velocità sulle strade. Per quanto riguarda la nostra provincia, a spegnersi sono stati i quattro apparecchi che formano il sistema “tutor” sulla tangenziale Modena-Sassuolo, nel territorio comunale di Formigine, mentre lo stesso modello, installato sulla tangenziale Carducci a Modena, non è stato sequestrato.
«A bocca aperta»
E mentre i Comuni decidono come muoversi, le associazioni dei consumatori continuano a ricevere decine di chiamate dai cittadini multati che chiedono come comportarsi. «I contenuti dell’inchiesta che sono stati resi noti lasciano a bocca aperta - commenta Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena - mentre le amministrazioni locali, secondo le ipotesi della Procura di Cosenza, sono danneggiate da questa situazione».
Attesa per i risarcimenti
Ma come possono muoversi dunque i cittadini che hanno ricevuto una sanzione emessa dai velox della Modena-Sassuolo? «In questi giorni stiamo suggerendo grande cautela - aggiunge Govoni - mentre per quanto riguarda le azioni ci sono due casi: per chi ha ricevuto la sanzione di recente e deve ancora pagare la soluzione è semplice, ovvero non bisogna pagare e la strada è quella del ricorso al giudice di pace, da fare entro trenta giorni. Per quanto riguarda chi ha già pagato, invece, bisogna aspettare l’esito del procedimento penale: se sarà confermato che gli strumenti erano illegittimi, allora si apre la possibilità di chiedere un risarcimento per le sanzioni pagate». L’auspicio, comunque, è che «venga fatta chiarezza al più presto per una situazione molto complessa e caotica, e il fatto che il Comune di Modena, che ha in uso lo stesso apparecchio di Formigine, non abbia ricevuto comunicazioni, complica le cose».
Govoni allarga poi lo sguardo: «Questa situazione - spiega - si inserisce in un contesto in cui in provincia ci si occupa in maniera “frastagliata” e poco organica di sicurezza stradale. Noi - precisa - non vogliamo affatto essere considerati critici verso gli strumenti che rilevano le infrazioni, ma chiediamo un ragionamento complessivo, identificando i problemi comuni a tutta la provincia, dati alla mano, e dando risposte adeguate».
«Occorre chiarezza»
In prima linea anche il Codacons Modena: «Vent’anni fa - spiega il vicepresidente regionale Fabio Galli - al tempo della vicenda Photored, dicemmo sì agli strumenti elettronici, ma nel rispetto delle leggi da parte dei Comuni che li utilizzano. Il provvedimento della Procura di Cosenza ci auguriamo contribuisca a fare chiarezza in un “mare magnum” di interpretazioni da parte degli utilizzatori di determinati strumenti elettronici atti a rilevare specifiche infrazioni al codice della strada, interpretazioni quasi sempre a danno del cittadino».
Il vicepresidente del Codacons auspica quindi che «alla luce dei recentissimi provvedimenti di sequestro di determinati apparecchi, nell’ipotesi che si concludano con la definitiva bocciatura degli stessi, i Comuni che hanno incassato cifre enormi, erogando sanzioni con un strumento che risultasse non in regola, sentano l’obbligo morale di restituire le somme incassate ai malcapitati automobilisti».
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