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Il caso

Ai domiciliari per l'omicidio di De Salvatore, Samia El Harim taglia il braccialetto elettronico e scappa

di Stefania Piscitello
Ai domiciliari per l'omicidio di De Salvatore, Samia El Harim taglia il braccialetto elettronico e scappa

La 38enne, condannata a 12 anni per il delitto commesso a Massa Finalese, è ricercata da tre settimane. I parenti della vittima: «Siamo allibiti, sapevamo che sarebbe fuggita»

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FINALE. Condannata a dodici anni per omicidio, ha tagliato il braccialetto elettronico ed è uscita dalla casa in cui era ai domiciliari, a Canaletto di Finale.

Così Samia El Harim – accusata insieme ad Angelo Barbato di avere ucciso con un mix letale di farmaci il pensionato 73enne Rocco De Salvatore – ha fatto perdere le proprie tracce. E da circa tre settimane è latitante e ricercata. I familiari di De Salvatore lo hanno scoperto domenica: «Siamo allibiti – così Pierangela, una delle figlie dell’anziano – E adesso chi ci assicura che anche Barbato non faccia la stessa cosa? Nostro padre è sotto terra mentre lei è in giro chissà dove».

La fuga

La 38enne è finita ai domiciliari dopo che la Corte d’Assise ha pronunciato la sentenza di condanna per omicidio preterintenzionale e maltrattamenti nei confronti di Rocco De Salvatore, trovato morto nella propria abitazione di Massa il 31 luglio 2022.

Una condanna a dodici anni, i domiciliari e il braccialetto elettronico. Così Samia avrebbe dovuto scontare la pena, nella sua abitazione di Canaletto, a qualche chilometro da Finale dove abita parte della famiglia della vittime e dove, sempre ai domiciliari e condannato a sei anni e dieci mesi (non è stato accusato dei maltrattamenti), c’è anche il 40enne Angelo Barbato. Ebbene, la donna avrebbe fatto perdere le proprie tracce circa tre settimane fa: ad accorgersene i carabinieri quando si sono recati presso la sua abitazione per i controlli di rito. La donna è originaria del Marocco ma da anni abitava nella Bassa modenese. Sul caso al momento gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, visto che adesso per la donna è stato dichiarato lo stato di latitanza e sono state avviate ricerche a tappeto.

«Abbiamo saputo da persone che abitano lì in zona – così Pierangela De Salvatore, figlia di Rocco – che più di tre settimane fa si è tagliata il braccialetto ed è scappata». Una notizia che ha lasciato senza parole i familiari della vittima dell’omicidio: «Cosa ne sappiamo adesso di cosa può fare? Sappiamo che sono state interrogate alcune persone, ma al momento di lei non c’è traccia. Ci avrebbero dovuti avvisare, se l’avessimo incontrata in giro in questi giorni non so come avremmo reagito. Tra l’altro lei, anche quando abitava con mio padre, era solita indossare parrucche per rendersi irriconoscibile». La preoccupazione, spiega Pierangela, c’era già da tempo: «Fin dalla sentenza noi abbiamo detto che i domiciliari non sarebbero stati abbastanza. Abbiamo sempre detto che prima o poi sarebbe scappata. E se adesso dovesse farlo anche Barbato? Mio padre è sotto terra a causa loro».

Il delitto

El Harim e Barbato sono accusati di avere provocato la morte del 73enne somministrandogli per lungo tempo una massiccia dose di psicofarmaci, stordendolo così da poter prelevare indisturbati il denaro che teneva in camera da letto, ma anche usare la sua auto e la sua casa. Nel corso del processo, il pm Claudia Natalini aveva definito Samia “l’anima nera” di questa vicenda. La 38enne aveva una controversa relazione con De Salvatore e insieme a Barbato aveva messo in atto il disegno criminale: l’autopsia sull’anziano ha dimostrato come questo sia stato ucciso con un mix di dodici farmaci diversi, narcotizzato per circa quattro giorni prima di morire.l