L'ipotesi del ritorno di Maserati in Ferrari: «Stellantis faccia chiarezza»
L'intervento dei sindacati e del sindaco di Modena Massimo Mezzetti dopo le indiscrezioni: «Ben venga, ma dall’azienda serve trasparenza. Bisogna tutelare i lavoratori»
MODENA. Il diktat è semplice: ben venga l’ipotesi di vendita a Ferrari, ma dall’azienda serve maggiore chiarezza e trasparenza e soprattutto tutela verso i lavoratori. È questo il grido imperativo dei sindacati e del sindaco di Modena Massimo Mezzetti, a 24 ore dalla notizia che vedrebbe il gruppo Stellantis cedere il marchio del Tridente a Ferrari. L’indiscrezione arriva dalla direttrice finanziaria di Stellantis, Natalie Knight che, in sede di anticipazione dei risultati semestrali 2024 del gruppo, avrebbe detto: «Ci potrebbe essere una valutazione in futuro su quale sia la migliore Casa per Maserati», come riportato dal sito specializzato Motor1.com. Fermo restando che parliamo di ipotesi, quella che vede protagonista Ferrari sembra la più quotata in caso di vendita.
Il commento del sindaco Mezzetti
«Anche noi non sappiamo bene cosa vuole fare Stellantis – sentenzia il sindaco Massimo Mezzetti – ma sappiamo una cosa: Maserati è un patrimonio e lo difenderemo con le unghie e con i denti. Quindi, al di là degli annunci sulla possibilità di vendita a Ferrari, dico che vogliamo vedere le carte e capire quanto di vero c’è. Serve chiarezza e trasparenza, ma soprattutto salvaguardare i posti di lavoro e il progetto della Maserati. Qualunque direzione dovesse prendere Stellantis, l’azienda deve garantire una capacità progettuale di continuità e di valorizzazione negli anni del marchio Maserati. Noi, intanto, attendiamo maggiore chiarezza da Stellantis sui propri progetti futuri, sottolineando che, fino ad oggi, la trasparenza è stata piuttosto carente. Per noi è fondamentale la difesa di un marchio storico, dei posti di lavoro e della qualità di questi ultimi».
Il commento della Fim Cisl Emilia Centrale
Sulla questione sono intervenuti anche i sindacati: «Mettiamo in ordine i dati – esordisce Alessandro Bonfatti, segretario generale Fim Cisl Emilia Centrale – Maserati nei primi sei mesi dell’anno ha perso il 58% delle vendite e il 52% dei ricavi. Stellantis non sta investendo adeguatamente nel suo futuro come dimostra la situazione dell’innovation lab e la conseguente perdita di competenze. Secondo dato: Tavares è arrivato in Italia il 25 luglio, spiegando che venderà tutto quello che non fa soldi. Dal nostro punto di vista quando non si raggiungono obiettivi economici occupazionali si deve invece investire per raggiungerli. La faccenda chiama in causa la politica. Quella del governo nazionale che è l’unico player in grado di far ragionare Stellantis. Governo e gruppo si incontreranno a breve, ma deve essere chiaro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che dalla gestione del rapporto con Stellantis dipende il futuro non solo di Maserati, non solo di Modena ma di buona parte dell’automotive italiano e, quindi, di tanta parte dell’industria manifatturiera nazionale. A maggior ragione in merito alle voci di vendita Maserati, se questa dovrà essere l’estrema ratio quello che ci aspettiamo è che il Governo la renda una soluzione italiana, capace di creare un polo del lusso che permetta una diversificazione del prodotto e che faccia l’interesse di Maserati e di tutto il Paese. Dobbiamo essere seri: nessuno ha la sfera di cristallo, le profezie non esistono ma esiste, invece, la speranza nel buon senso e nei conti su ciò che è interesse strategico nazionale. Interesse colpito da Stellantis ancora una volta con la cessione della maggioranza azionaria di Colau, leader italiano dei robot industriali. E non a caso Fim Cisl ha invocato, giustamente, la golden power statale, ovvero lo strumento normativo che permette al Governo di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che ricadano nell'interesse nazionale».
Il commento della Uilm Modena
Così, invece, Alberto Zanetti segretario generale Uilm Modena: «A noi più che i conti di Stellantis – sottolinea – interessano i conti dei lavoratori: c’è grande preoccupazione per il loro futuro. Noi ci battiamo perché arrivino in fretta le soluzioni migliori per tutti. E se l’unica soluzione che hanno è la vendita, ben venga. Ferrari? L’auspicio è che, in caso di vendita, l’azienda vada a ditte serie e non a fondi di investimento stranieri. Dal canto suo, Ferrari non ha mai né confermato né smentito l’interesse. Oggi il marchio Maserati non va perché non è stato valorizzato come si sarebbe dovuto fare».
Il commento della Fiom Cgil
Infine, la segretaria della Fiom Cgil Stefania Ferrari: «A noi non risultano comunicazioni ufficiali sull’intenzione di vendita o acquisto da parte di Stellantis. Quella di Maserati è una situazione di crisi: dal 13 maggio è stato attivato per i lavoratori il Contratto di solidarietà e produzione e attività lavorative sono ridotte. La speranza è che si aprano al più presto tavoli di confronto sul futuro».