Le sei zone più pericolose di Modena: «Qui dobbiamo intervenire»
Il sindaco Massimo Mezzetti: «Ma non siamo fuori controllo»
MODENA. Cinque zone da presidiare con maggiore attenzione, e un’altra nella quale, per via delle criticità segnalate nell’ultimo periodo, serve un occhio di riguardo.
Le aree critiche
Il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, ha reso note le aree della città su cui occorre uno sforzo in più per garantire quanta più sicurezza possibile ai cittadini: si va dalla prima zona, quella della movida, cioè la fetta di città compresa tra il teatro Storchi, viale Rimembranze e via Gallucci, a quella che comprende R-nord e Parco 22 aprile. La terza zona corrisponde a viale Costellazioni con il palazzo dormitorio che tanti problemi sta dando, la quarta alla stazione dei treni e al Tempio, la quinta è il triangolo formato da stazione delle corriere, Novi Sad e via Fabriani. Rimane, da ultimo, il perimetro (e l’interno) di palazzo Lambda, in via Emilia Ovest.
Le motivazioni
Si tratta di porzioni della città che negli ultimi mesi – talvolta anni – hanno fatto registrare un aumento di situazioni oltre i limiti della legalità. Guai a dipingere un quadro dalle tonalità più scure di quelle che sono: il problema esiste, e lo ha ammesso lo stesso Mezzetti, «ma non è fuori controllo. L’obiettivo è quello di individuare le aree più critiche per intervenire su due fronti: da un lato prevenire l’azione delinquenziale, e dall’altro accrescere la sicurezza delle persone», fanno sapere dallo staff del sindaco.
Le richieste al prefetto
E per raggiungere questi obiettivi «proseguiremo nel confronto con il nuovo prefetto all’interno del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Nella prima riunione dopo le elezioni abbiamo fatto presente l’esistenza a Modena di cinque zone della città che presentano particolari criticità e che, messe sotto controllo costantemente, porterebbero alla risoluzione di parte dei nostri problemi. Anche lo scorso martedì abbiamo ribadito questa intenzione, annunciando l’intensificazione della presenza di forze dell’ordine nelle zone in questione».
I precedenti
Aree, quelle individuate, che, come si diceva, sono salite alla ribalta della cronaca per fatti piuttosto spiacevoli. Tra Storchi e viale delle Rimembranze, ad esempio, nell’ultimo anno si sono verificate diverse rapine ai danni di giovanissimi e la zona del parco dietro al teatro di sera fa paura.
A creare particolare scalpore fu, ad esempio, la dimissione, nel luglio dello scorso anno, del custode del complesso R-Nord: «Non riuscivo più a lavorare tra prostitute, spaccio di droga, degrado e aggressioni», aveva raccontato alla Gazzetta. E sempre sulle colonne del nostro quotidiano abbiamo proposto, a fine maggio, un’inchiesta sulle condizioni in cui versa palazzo Lambda: uno spazio all’interno del quale passano la notte sconosciuti, talvolta accompagnati da bambini, che bivaccano tra rifiuti, resti di droga e rottami. Come non riportare alla mente, poi, i casi di aggressione che si sono consumati nelle due aree delle stazioni, quella dei treni e quella delle corriere. E nei pressi di quest’ultima proprio dodici mesi fa, al Novi Sad, aveva perso la vita, dopo una violenta rissa ripresa da un telefono, un ragazzo di appena 16 anni.
«Certezza della pena»
Ma, sottolinea in chiusura Mezzetti, «in questo quadro ribadisco un tema che ho già affrontato nel mio discorso d’insediamento, quello della certezza della pena. È difficile accettare il fatto che chi delinque e viene fermato o arrestato sia di nuovo messo in libertà dopo poche ore. Ciò genera frustrazione negli operatori delle forze dell’ordine e sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni. Quando dico questo non penso solo al carcere come strumento di repressione ma alla possibilità di ricorrere a forme alternative di punizione e rieducazione. Su questo tema mi aspetto un confronto costruttivo con le istituzioni preposte per fare tutti uno scatto in avanti nell'interesse dei cittadini modenesi».