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A Castelfranco

Dopo l’incendio, all'ex discoteca Kiwi di Piumazzo non c’è traccia di amianto: ora andrà all’asta per 1,5 milioni

di Ernesto Bossù
Dopo l’incendio, all'ex discoteca Kiwi di Piumazzo non c’è traccia di amianto: ora andrà all’asta per 1,5 milioni

Adesso partirà la messa in sicurezza dello stabile

24 luglio 2024
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CASTELFRANCO. «Non c’è nessun pericolo amianto, la struttura non ha fatto registrare danni e l’incendio è stato di modeste dimensioni». Dagli Organi di procedura, ossia gli Enti che si occupano della gestione della struttura del Kiwi, l’ex discoteca di Piumazzo al centro della cronaca dopo le fiamme divampate al suo interno appena due sere fa, trapela grande serenità.
Una premessa iniziale. Alla sala da ballo è stato assegnato un curatore solamente nella seconda metà dello scorso anno, a seguito della liquidazione della Cooprocon di Pavullo che ne aveva acquistato la proprietà. E quindi, sottolineano dagli Organi di procedura, «se è vero che da anni la struttura è abbandonata, le responsabilità della mancanza di eventuali risposte sono da imputare alla precedente proprietà. Noi siamo subentrati direttamente solo nella seconda parte dello scorso anno».

Il caso amianto
Ma veniamo alla paura più grande: l’amianto. «Non c’è nessun pericolo che sia stato coinvolto nel piccolo incendio dello scorso 22 luglio, né che fosse presente nell’impianto durante gli anni in cui era attivo. A cavallo dei due secoli furono fatti un paio di censimenti che decretarono la completa assenza di amianto; la scorsa estate, a luglio, Arpae Emilia-Romagna fece un altro sopralluogo per monitorare le onduline abbandonate all’interno, e anche in quel caso l’esito fu negativo rispetto alla presenza del materiale fibroso in questione».
L’incendio ha poi coinvolto «tubi dell’impianto di aerazione che erano stati dimessi e ammassati. Per quanto concerne l’origine delle fiamme sono in corso ancora accertamenti da parte dell’autorità preposta, ma pare piuttosto remota l’ipotesi dell’autocombustione».
Non appena gli Organi di procedura hanno acquisito la responsabilità dello stabile, alla fine dello scorso anno, «sono state applicate tutte le misure necessarie. L’area è stata sigillata e abbiamo provveduto fin da subito a predisporre un piano di bonifica e messa in sicurezza dell’impianto e dello spazio esterno. L’attività prodromica di perizie, documenti e raccolte di preventivi era stata ultimata a giugno 2024, e alla fine dello stesso mese il Tribunale aveva autorizzato l’inizio dei lavori e l'approvazione dei capitoli di spesa».

La ricostruzione
Il primo incontro con le aziende coinvolte nel piano di bonifica e messa in sesto si sarebbe dovuto tenere già oggi e, chiosano dagli Organi di procedura, «procederemo secondo il programma. Nella giornata odierna incontreremo gli attori individuati per pianificare la pulizia dell’area esterna e l’accantieramento dell’impianto. Nonostante l’evento abbia reso necessario un aggiornamento del piano di bonifica, con un conseguente aumento dei costi, la finalità del documento rimane immutata».
Bisogna aspettare «l’ordinanza di Arpae e del Comune, ma è ragionevole pensare che sarà messa in atto un’attività di smaltimento dei rifiuti con una contestuale sigillatura in mattoni dei varchi di accesso alla sala da ballo e la saldatura in ferro del portone principale».
Nel frattempo «fino alla messa in sicurezza dell’impianto sarà presente un servizio ispettivo notturno affidato a un primario istituto di vigilanza locale».

Le tempistichee l'asta
Sulle tempistiche dei lavori «è ipotizzabile, nonostante l’incendio, che saranno terminati entro la fine del 2024», illustrano dagli Organi di procedura. Per quanto concerne il futuro dello stabile, «è stata redatta una perizia di valutazione da un tecnico abilitato e dall’esito è emerso che ad oggi l’area ha come unica destinazione d’uso quella di sala da ballo. Ma sulla vicenda gioca un ruolo centrale la normativa urbanistica vigente, e quindi il Comune. Sicuramente l’area è molto appetibile per finalità residenziali, e sicuramente non per sala da ballo». Qualche anno fa era stata diffusa l’ipotesi di costruire un centro commerciale, in linea con la crescita demografica esponenziale di Piumazzo: un’idea poi tramontata per diversi motivi, tra cui, soprattutto, la mancanza di fondi. Negli scorsi mesi è stata pianificata l’attività di vendita all’asta dell’immobile: «La prima gara avrà come prezzo base un milione e mezzo di euro, ma saranno accettate anche offerte inferiori al massimo del 25%; il prezzo andrà a diminuire costantemente fino a incontrare un investitore interessato all’acquisto dell’impianto», specificano dagli Organi di procedura. Ma è logico, ribadiscono in chiusura, «che serve rendere compatibile la struttura con le esigenze del mercato, che oggi sono diverse da quelle di cinquant’anni fa: risulta complesso riqualificare il Kiwi mantenendolo come locale da ballo», concludono.