Volo da Bologna a Lisbona in ritardo, l'odissea all’aeroporto Marconi
Partenza slittata per due volte e l'attesa si è trasformata in un incubo per 192 passeggeri, con proteste contro Ryanair: «Senza acqua, sotto il sole, fuori e dentro dal pullman: nessuna chiarezza»
MODENA. Non è periodo natalizio, ma poteva essere tranquillamente una scena da “Mamma ho perso l’aereo”. Alla fine però l’aereo è decollato e tutto è finito nel migliore dei modi, nonostante il ritardo di cinque ore e le difficili condizioni in cui sono stati messi ben 192 passeggeri. Tutto è successo due giorni fa, sabato 20 luglio, all’aeroporto Marconi di Bologna, dove un volo Ryanair diretto a Lisbona ha lasciato per cinque ore in attesa i propri passeggeri senza garantirgli i servizi minimi di assistenza. Tra questi c’era anche Massimo Ghirardini, un 64enne modenese che sostiene di «aver vissuto incubo».
«Cinque ore a patire il caldo – racconta – tra le grida dei bambini spaventati, con la gente attorno stanca e disidratata, che chiedeva dell’acqua e non gli veniva fornita. Una comunicazione con gli addetti inesistente e una totale mancanza di empatia nei confronti di chi stava viaggiando, come me».
La partenza slittata per due volte
Ma riavvolgiamo un attimo il nastro. La partenza per Lisbona era programmata alle 18.05. C’è stato un ritardo di mezz’ora e la compagnia ha fatto sapere che il decollo sarebbe stato spostato dunque di quasi un’ora, alle 19.15. «Fino a qui tutto ci è sembrato quasi consuetudine», commenta Ghirardini, originario di Formigine.
La situazione ha però iniziato a sfuggire di mano quando, intorno alle 19.30, è stato tolto il gate di imbarco, generando il malcontento tra la folla, che includeva anche bambini molto piccoli. «Dopo un’attesa snervante e parecchia insistenza da parte nostra – prosegue – ci hanno fatti salire sul pullman per essere trasportati verso l’aereo. Tuttavia, dopo dieci minuti di sosta con l’aria condizionata accesa, ci hanno fatto scendere, lasciandoci ammucchiati da soli all’aperto sotto il sole. Non c’erano bottigliette d’acqua per rinfrescarsi ed eravamo tutti attaccati l’uno all’altra in attesa che ci dicessero come muoverci. I bambini piangevano e le persone iniziavano a spazientirsi, iniziando a cancellare le prenotazioni o ad avvertire gli hotel che non sapevano se sarebbero arrivati a destinazione».
Nel panico generale, i passeggeri sono stati caricati nuovamente sul pullman, ma per la seconda volta sono stati fatti scendere, «a causa dell’assenza di una hostess, senza la quale l’aereo non poteva decollare».
Finalmente la partenza
La terza volta è stata quella buona: «Sfiniti, siamo arrivati in Portogallo alle 22 circa, dopo cinque ore di ritardo. Da emiliano è stato molto umiliante vedere la brutta figura che facevamo nei confronti degli altri Paesi - ha aggiunto Ghirardini, sottolineando come questa esperienza abbia lasciato una pessima impressione non solo sui passeggeri italiani, ma anche su quelli stranieri - Le ore di ritardo sono state il problema minore. Ciò che mi ha lasciato davvero atterrito è stata la totale disfunzionalità dei servizi, incapaci di reggere una situazione del genere».