Gazzetta di Modena

Modena

La storia

Dalla maturità alla vetta del monte Bianco, l’impresa di Guglielmo Lorandini

di Paolo Braglia
Dalla maturità alla vetta del monte Bianco, l’impresa di Guglielmo Lorandini

Il giovane di Sassuolo, pochi giorni dopo l’esame al Ferrari di Maranello, è partito per la difficile missione: «Vento a 70 chilometri orari: solo in sei dal rifugio hanno completato la salita»

22 luglio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





SASSUOLO. Dall’esame di maturità al tetto d’Europa nel giro di pochi giorni. Un’impresa firmata dal giovane sassolese Guglielmo Lorandini che, pochi giorni dopo aver concluso il corso di studi serale dell’istituto Ferrari di Maranello terminando con il massimo dei voti la prova di maturità, ha raggiunto la vetta del Monte Bianco.

Il tutto non è stato certamente qualcosa di improvvisato. Lorandini, infatti, ha iniziato a prepararsi per l’avventura già dal mese di gennaio, con camminate a passo sostenuto sia in zone del distretto ceramico (su via del Ruvinello, lungo la salita per Montegibbio ed il percorso natura Secchia), che in Appennino.

A metà giugno poi, per testare il livello di preparazione a pochi giorni dal via, con la guida che poi l’ha accompagnato anche sul Monte Bianco, il giovane ha effettuato la salita della Marmolada.

Tra la fine dello scorso mese e l’inizio di luglio, l’avventura è entrata nel vivo. Il 25 giugno Lorandini ha sostenuto il suo esame orale di maturità all’istituto Ferrari ed il giorno successivo si è spostato in altura per iniziare una fase di adattamento al clima in vista della partenza della salita in vetta. Vetta toccata il 4 luglio.

«Si tratta di un’impresa impegnativa che richiede preparazione ed acclimatamento – spiega il giovane sassolese –. I giorni precedenti alla salita, infatti, ho pernottato in quota. L’impresa invece è durata due giorni: la prima giornata abbiamo risalito i primi due ghiacciai, il Miage ed il Dôme, ed abbiamo raggiunto il rifugio Gonella per una sosta.

Abbiamo cenato alle 18.30, poi sveglia a mezzanotte e siamo usciti nel buio per ripartire. Fino alle 5.30 ci si trova nel buio totale. Alle 7.30 abbiamo raggiunto la vetta».

Il principale ostacolo incontrato nel corso della salita, oltre a freddo e condizioni legate all’alta quota, è stato il forte vento: «Delle tante persone presenti in rifugio, solo in sei hanno raggiunto la vetta, tanti hanno rinunciato alla salita per via del vento, che ha raggiunto i 70 chilometri orari».

Nell’avventura Guglielmo Lorandini è stato affiancato dalla guida Enrico Geremia: «È giusto riconoscere i propri limiti ed avere al fianco un professionista – afferma ancora il ragazzo sassolese –. Senza la mia guida, che mi ha affiancato durante tutta la preparazione, non avrei mai raggiunto la vetta».

Adesso, dopo l’ottimo risultato da poco ottenuto all’esame di maturità e l’escursione ad oltre 4.800 metri di altitudine, per Guglielmo Lorandini si prospetta un periodo di riposo, prima dell’inizio di un nuovo percorso di studi: «Sto già pensando alle vette da scalare l’anno prossimo, anche se dopo un’impresa del genere il riposo è assolutamente necessario – conclude sorridendo il giovane sassolese–. Lo studio sarà sicuramente la priorità per me in quanto ho intenzione di seguire il corso di Ingegneria Meccanica ad Unimore».