Regione Emilia Romagna, al voto il 17 e 18 novembre. Polemica di Fratelli d'Italia: da Priolo e de Pascale uno spot elettorale
Galeazzo Bignami: «Fuori luogo l’incontro in sede sull’alluvione per fare campagna pro Pd». La presidente “reggente”: «Abbiamo solo sollecitato i fondi che il governo nega»
BOLOGNA. L’Emilia-Romagna torna al voto in anticipo, domenica 17 e lunedì 18 novembre, dopo le dimissioni dell’ex presidente Stefano Bonaccini, eletto al Parlamento europeo.
Sulla data hanno trovato l’intesa la presidente facente funzioni, Irene Priolo, e il presidente della Corte d’Appello di Bologna, Oliviero Drigani, in un incontro che si è svolto ieri in tarda mattinata in Regione. La formalizzazione della data avverrà nei prossimi giorni. Successivamente, a settembre, la presidente emanerà il decreto di proclamazione delle elezioni, entro 60 giorni dalla data del voto, così come previsto dalla legge regionale. A comunicare la data proprio Priolo, che ha convocato la stampa in Viale Aldo Moro. Ma a essere al centro delle polemiche, che non si placano, è un altro invito fatto ai media, quello di martedì scorso, all’incontro in Regione in cui Priolo e Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e candidato Pd alle Regionali, hanno fatto il punto sul post alluvione e i provvedimenti da prendere in questo campo fino al voto. Un punto stampa che, attacca FdI che chiede le dimissioni di entrambi, è stato né più né meno che una tappa della «campagna elettorale del Pd».
Priolo e de Pascale, durante l’incontro, nell’ambito del tema post alluvione, hanno criticato la posizione del Governo, in particolare sulla richiesta dell’Emilia-Romagna di aumentare il tetto dei rimborsi per i beni mobili, e spiegato cosa non condividevano. Priolo si è anche detta «rincuorata per la scelta di Michele de Pascale” e ha aggiunto: «È una staffetta molto positiva quella che stiamo mettendo in campo. Abbiamo le spalle più robuste e la competenza migliore». De Pascale, criticando quello che ha definito “assordante silenzio” sull’alluvione di FI e Lega, ha aggiunto: «In questi giorni sono state indicate sei priorità: vedo che il tema del dissesto idrogeologico non c’è e neanche gli indennizzi alle famiglie colpite», riferendosi al programma della candidata civica Elena Ugolini alle regionali, per la quale si attende il sostegno del centrodestra.
Finita la conferenza stampa, in una conversazione con i giornalisti a margine dell’evento, de Pascale ha parlato anche dei suoi prossimi impegni da candidato del Pd alla Regione e delle priorità se verrà eletto.
Ieri mattina, a salire sulle barricate i primi sono stati il viceministro ai Trasporti, Galeazzo Bignami e il senatore Marco Lisei, entrambi bolognesi. «Leggo che il candidato presidente della Regione del Pd avrebbe utilizzato, assieme al vicepresidente della Regione, un evento istituzionale in una sede istituzionale per fare campagna elettorale attaccando degli avversari politici. Spero non sia vero perché sarebbe molto grave» attacca Bignami. «Le istituzioni non devono rappresentare tutti? O sono proprietà del Pd? » aggiunge. «Tutto ciò deve finire, partendo dalle dimissioni del duo de Pascale-Priolo, così potranno liberamente fare la campagna elettorale che ritengono più opportuna» taglia corto Lisei. «De Pascale – commenta – ha partecipato all’incontro in qualità di sindaco di Ravenna, presidente della Provincia di Ravenna e presidente di Upi, così sembrerebbe dal comunicato stampa dello stesso Comune. Invece, la Regione ha rilasciato un comunicato in cui de Pascale è stato omesso. Fatto sta che, nelle agenzie di stampa, compare la foto di Priolo a fianco a de Pascale, con il logo della Regione Emilia Romagna e de Pascale pontifica contro il Governo e attacca il suo possibile competitor alle regionali, Elena Ugolini». «È vergognoso e scorretto usare i ruoli amministrativi e le cariche istituzionali per fare campagna elettorale» accusa Lisei. «Dispiace che esponenti del Governo e della maggioranza che lo sostiene interpretino o come polemica politica o come campagna elettorale la richiesta dei rimborsi per gli alluvionati della Romagna o gli emendamenti proposti dall’Emilia-Romagna per aumentare gli indennizzi per i beni mobili – ha replicato Priolo – . Il Governo si era impegnato a rifondere agli alluvionati il 100% dei danni, ma questo non sta avvenendo. Se Bignami e Lisei non vogliono credere a me, lo chiedano alle migliaia di famiglie coinvolte».