Picchiata e minacciata di morte dal marito per più di 30 anni, anche con un coltello, davanti ai figli
La donna, incoraggiata dai centri antiviolenza di Formigine e Sassuolo, si è rivolta ai carabinieri per denunciare i maltrattamenti subiti. Il 51enne è stato portato in carcere a Modena
FORMIGINE. I carabinieri di Formigine hanno eseguito l’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Modena con cui è stata applicata, su richiesta del pubblico ministero, la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un uomo di 51 anni: è gravemente indiziato di maltrattamenti nei confronti della moglie convivente, aggravati per essere stati commessi in presenza di un figlio con disabilità e di altri figli minori.
La denuncia ai carabinieri dopo 30 anni di maltrattamenti
La donna, incoraggiata dal personale qualificato dei centri antiviolenza di Sassuolo e Formigine a cui si era disperatamente rivolta dopo decenni di soprusi e vessazioni, ha sporto denuncia presso i carabinieri. Ai militari ha chiesto anche di essere accompagnata a casa per recuperare i propri effetti personali, approfittando della momentanea assenza del marito.
Trent’anni di violenza e minacce
Le indagini, immediatamente coordinate dalla Procura di Modena, hanno consentito di accertare continue violenze fisiche e verbali, pressoché quotidiane, nonché minacce di morte alla donna, commesse sin dall'inizio della loro relazione coniugale, nel 1993.
L’uomo, in una recente occasione, durante la notte, aveva impugnato un coltello sul letto brandendolo di fronte alla moglie, costringendola a rinchiudersi in bagno per timore di essere aggredita.
I maltrattamenti venivano attuati anche tramite il controllo del telefono cellulare della donna, costretta a cancellare le chat telefoniche e a rimuovere applicativi di social media.
Il marito portato in carcere a Modena
«Le fonti di prova acquisite, ritenute integranti una piattaforma indiziaria grave – spiega la Procura della Repubblica di Modena in una nota – venivano illustrati nella richiesta cautelare condivisa dal Giudice per le indagini preliminari che applicava la misura cautelare della custodia in carcere».