Si ribalta con il trattore a Fellicarolo di Fanano: muore Carlo Pellegrini, storico maestro di sci
Imprenditore nel settore dell’edilizia e fondatore del rifugio Zambelli sul Cimoncino, aveva 78 anni. Non ha fatto ritorno per pranzo e i famigliari hanno dato l’allarme
FANANO. Stava facendo alcuni lavoretti nel suo podere di montagna, a Fellicarolo di Fanano, quando si è improvvisamente ribaltato con il trattore. Ha perso così la vita, nel primo pomeriggio di ieri, Carlo Pellegrini, pensionato di 78 anni e personaggio conosciutissimo a Fanano, dove ha sempre vissuto. Imprenditore edile, maestro di sci per quasi cinquant’anni, anima della scuola di sci Fanano-Cimoncino e fondatore, a inizio anni Ottanta, del Rifugio Zambelli: tutti, nel Frignano, amavano “Carlone”, il suo sorriso e la sua folta barba. Ha insegnato a sciare a generazioni di bambini e ragazzini, ha creduto e investito nella “sua” Fanano dimostrando passione e lungimiranza e per questo la notizia della sua morte ha lasciato senza parole un’intera comunità.
Il tragico incidente
Erano circa le 14 di ieri, venerdì 12 luglio, quando è scattato l’allarme. Qualche ora prima, Pellegrini si era recato a Fellicarolo, nella sua seconda casa, per fare alcuni lavoretti con il trattore. Sarebbe dovuto tornare a casa, a Lotta di Fanano, per pranzare insieme alla moglie: non vedendolo rincasare, è stata proprio lei a dare l’allarme. Il 78enne, infatti, ha perso la vita sul colpo, ribaltandosi con il suo trattore mentre stava sistemando la legna. Si sono rivelati quindi inutili i soccorsi, con 118, carabinieri, vigili del fuoco e soccorso alpino che hanno potuto solo constatare il decesso.
Per tutti era “Carlone”
Personaggi come lui, probabilmente non c’erano. “Carlone” era unico: lo dicono i “ragazzi” di Fanano che oggi sono diventati adulti e che hanno imparato a sciare con lui; lo dice l’amico e collega nell’edilizia Andrea Poli che ventidue anni fa ha ereditato il Rifugio Zambelli sul Cimoncino, fondato proprio da Pellegrini vent’anni prima; lo afferma anche l’amico Luciano Magnani, presidente del Consorzio Cimone. Toccante il ricordo di chi, con Pellegrini, ha mosso i primi passi sugli sci: «Era il “maestro dei piccoli”, dei bimbi delle elementari – raccontano i “ragazzi” fananesi che l’hanno avuto come insegnante – Carlone era la chioccia e noi, ex alunni delle scuole Sergio Ugolini, eravamo i suoi pulcini, tanto che insieme alle maestre gli avevano dedicato anche una canzone. Erano gli anni ’70 e la melodia era quella della canzone “Sul cocuzzolo della montagna” che, parafrasandola, era diventata: “Sul cucuzzolo del Cimoncino, ecco Carlo che va su”. La cantavano a squarciagola ogni volta che salivamo in pulmino per raggiungere il Cimoncino dove nei mesi di gennaio e febbraio si tenevano i corsi di sci. Ancora oggi ce la ricordiamo e lui, quando ci rincontrava, ci chiamava ancora mamulèla, ovvero “bambina” in dialetto fananese. Carlo era solare, scherzoso ed era un vero punto di riferimento. Non aveva figli e aveva dedicato la sua vita alla montagna, allo sci e sua moglie Tonina che, amorevolmente, chiamava sempre “La mia Tony”». Così l’ex collega Andrea Poli: «Ho lavorato per vent’anni con lui nel settore dell’edilizia: le case in pietra più belle di Fanano le abbiamo costruite insieme. Ricordo ancora quando ho “ereditato” la gestione del rifugio che lui aveva fondato». «Ha contribuito a rendere grande il Cimoncino con la sua enorme lungimiranza – aggiunge Magnani – aveva una passione sconfinata per la montagna e per l’Appennino. Era un costruttore specializzato nel muro a sasso, che a Fanano è una tradizione, e, parlando dello sci, fra non troppo tempo avrebbe toccato la soglia dei cinquant’anni da maestro. Lo ricordo a nome di tutti i maestri emiliani».