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Modena, sventato il “rimborso truffa”: l’84enne beffa i malviventi

di Ginevramaria Bianchi
Modena, sventato il “rimborso truffa”: l’84enne beffa i malviventi

«L’ho capito da quella lettera spedita in maniera dozzinale»

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«Il bonifico da lei emesso in data 09/12/2020 non era dovuto in quanto indennizzato anche dall’ assicurazione. Per il rimborso della somma di 166,62 euro deve comunicarci le sue coordinate bancarie, anche tramite la nostra e-mail di posta istituzionale. Come oggetto inserisca: “rimborso surroga”».

Peccato che, la signora in questione il 9 dicembre del 2020 non avesse versato alcuna somma di denaro a fini assicurativi. Insomma, l'unica cosa reale, in questa storia, era la truffa.

«Sembrava tutto originale»

A sventarla è stata un’ottantaquattrenne modenese, Giordana Catellani, che da subito aveva percepito che qualcosa non andasse. «La settimana scorsa – inizia a raccontare l’anziana – il postino mi ha consegnato una raccomandata dell’Inps che diceva che dovevo comunicare tramite e-mail i dati per entrare nel mio conto corrente: volevano il mio Iban per restituirmi dei soldi che in teoria tempo prima avrei versato scavalcando l’assicurazione. All’inizio ho titubato, perché dall’esterno sembrava tutto originale. L’interno meno, perché nonostante contenesse una firma, nominativi e recapiti, era fatto di una carta che sembrava quasi consumata, alla vista e al tatto. Ragionandoci su ho avuto le mie conferme: io non mi ricordavo di aver pagato nessuna somma di questo tipo nel 2020. E poi sapevo per certo che l’Inps avesse già il mio Iban registrato, perché ogni mese sul conto mi spedisce i soldi della pensione. Durante la mia carriera ho lavorato dieci anni in tribunale, conosco queste dinamiche come le mie tasche. Infatti, non ho lasciato che mi ingannassero».

Indagini in corso

Così, il giorno dopo, la signora si è recata prima in banca e poi in questura per assicurarsi che le sue ipotesi fossero concrete. «Gli addetti della banca – prosegue l’ ottantaquattrenne – hanno chiarito che io non avessi bonificato quella somma di denaro in quel periodo specifico; quelli della questura, invece, hanno provato a telefonare al recapito che era presente sulla raccomandata, sperando in una risposta. Ma i tentativi sono stati vani: risultava sempre che il numero fosse occupato. Per andare a fondo nella questione hanno poi telefonato alla sede dell’Inps a Roma e a quella di Modena. Entrambe hanno risposto che avrebbero indagato a riguardo».

Ieri mattina Catellani ha avuto la conferma definitiva: «Si trattava di una truffa vera e propria, come avevo immaginato. Alle 10.30 ho ricevuto una telefonata dal direttore dell’Inps di Modena, che mi assicurava che quella manovra non fosse stata pensata ed eseguita da loro, ma da dei truffatori. Mi ha detto di non lasciare alcuna mia informazione a nessuno, perché loro da me non vogliono nulla, e soprattutto perché tanta gente in questo periodo si sta lasciando raggirare da questi truffatori, che seguono sempre lo stesso copione. Io l’avevo già capito che si trattava di un inganno – racconta l’anziana – Ma ho fatto tutti questi passaggi perché volevo esserne certa. Immedesimandomi in queste dinamiche ho compreso che si tratta di un tranello in cui potrebbero cadere molte persone. C’è da fare davvero molta attenzione - afferma concludendo - Chissà quanti soldi potevano prendere dal mio conto corrente, e chissà quanti ne hanno già rubati».

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