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Fiumi, la piena attraversa la Bassa: «Ma le Casse sono inadeguate»

Fiumi, la piena attraversa la Bassa: «Ma le Casse sono inadeguate»

Il livello del Secchia scende, ma ora i comitati attaccano sulle infrastrutture. Cajò: «Gli interventi programmati non credo possano risolvere le criticità»

27 giugno 2024
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MODENA. Scende a Gialla l’allerta per criticità idraulica diramata dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile. Quiete dopo la tempesta: la viabilità della città può riprendere a pieno ritmo, Ponte Alto e Ponte dell’Uccellino hanno riaperto ieri, mercoledì 26 giugno. La piena del fiume sta defluendo verso la Bassa e il livello sta scendendo, dopo che martedì l’acqua a Ponte Alto ha raggiunto i 11,06 metri. Riaperto anche il ponte di Navicello vecchio sul fiume Panaro, lungo la diramazione della strada provinciale 255, mentre è prevista oggi la riapertura, dopo le operazioni di pulizia, di via Curtatona, con il ponte sul fiume Tiepido. Hanno riaperto il ponte di Concordia sulla strada provinciale 8, il ponte Pioppa a San Possidonio sulla strada provinciale 11, Ponte Motta a Cavezzo, sulla strada provinciale 468.

Torna la normalità

Con la ripresa della normalità, scattano le proteste. La criticità maggiore si è verificata a Campogalliano, con diverse famiglie salvate dai pompieri e l’acqua che è entrata nelle case superando il mezzo metro d’altezza. Vittorio Cajò è a capo del Comitato ArginiaMo, gruppo che da anni è in prima linea «per denunciare le criticità idrauliche della provincia di Modena. Ciò che è successo a Campogalliano, a seguito della fuoriuscita di acqua dalla Cassa di espansione, non è certo una novità. Parliamo di una opera idraulica assolutamente inadeguata, progettata male dal principio, e sulla quale non sono mai partiti lavori di adeguamento rispetto alle portate del Secchia. Il Tempo di Ritorno (TR) è il dato statistico con cui si misurano gli eventi ambientali, sta a significare la gravità: più alto è il dato, più la portata dell’evento è disastrosa. La comunità scientifica internazionale ha stabilito che le opere idrauliche dei fiumi devono supportare fino a TR200, mentre il Secchia è pronto a reggere eventi caratterizzati da TR20. Questo lo afferma la stessa Aipo, e da l’idea dell’impreparazione dell'Agenzia ad affrontare simili eventi. Speriamo che le opere previste in questi anni possano risolvere qualcosa, ma sono fortemente dubbioso».

L’intervento citato da Cajò è quello già in essere svolto da parte di Aipo per il miglioramento della Cassa di Espansione, composto da tre fasi: il rafforzamento delle arginature, l’installazione di paratoie di acciaio meccanizzate sulla diga e la creazione di un nuovo settore della vasca. Un’opera di grandi dimensioni, di cui solo la prima fase costerà 27 milioni di euro coperta in parte da fondi Pnrr e in parte da fondi regionali, ministeriali e di Aipo.

Le preoccupazioni

«Come Comitato, non nascondiamo le nostre preoccupazioni per un opera che, nel caso fosse totalmente eseguita, porterebbe senza dubbio a grandi miglioramenti in termini di sicurezza in caso di piena nel Secchia. I nostri dubbi sono sulla fattibilità: al momento, di certi, ci sono solo i 27 milioni del primo tratto. Per il secondo servono ulteriori 20 milioni sui quali verte un alone di mistero, non si capisce se saranno intercettati i fondi o meno. Sugli ulteriori 20 milioni, utili a completare la terza parte, non si sa nulla, e dubito fortemente si possano reperire, sicuramente non in tempi brevi. Insomma, i residenti della zona non saranno protetti ancora per molti anni».

Nel frattempo c’è da fare i conti con i danni. La Regione ha chiesto lo stato di emergenza per la richiesta dello stato di emergenza al Governo per il risarcimento dei danni subiti da privati e aziende, oltre a porre in essere ogni azione utile per la pulizia dei corsi d'acqua, in modo da scongiurare il rischio di ostruzione legato al trascinamento a valle di materiale e legname al ripetersi di nuove piene.