Gazzetta di Modena

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Il femminicidio

Omicidio Alice Neri, il mistero dell’auto sul luogo del delitto. Il conducente ha un’alibi: «Andava nel Mantovano»

di Stefania Piscitello
Omicidio Alice Neri, il mistero dell’auto sul luogo del delitto. Il conducente ha un’alibi: «Andava nel Mantovano»

In aula la ricostruzione di un carabiniere: «Comprava droga»

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CONCORDIA. Si era recato in provincia di Mantova per comprare sostanza stupefacente l’uomo la cui auto era stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza intorno al luogo in cui poi, il 18 novembre 2022, è stato trovato il corpo carbonizzato di Alice Neri.

È quanto emerso ieri in tribunale a Modena, dove davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Ester Russo (pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara) sono stati ascoltati il luogotenente Emidio D’Agostino, l’uomo che guidava il mezzo e, in coda, anche un teste che in fase di indagini aveva dichiarato di avere assistito la notte dell’omicidio ad un bacio tra la 32enne e Mohamed Gaaloul, unico imputato, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Un’udienza fiume quella di ieri, a cui era presente come anche alle scorse Gaaloul, assistito dall’avvocato Roberto Ghini (foto in basso). Un’udienza a porte chiuse, dopo che la scorsa volta, durante il controesame del carabiniere D’Agostino, l’avvocato Ghini aveva fatto emergere nelle telecamere la presenza dell’auto di una persona coinvolta nelle indagini come persona informata sui fatti. Ieri D’Agostino ha evidenziato come sia stato verificato l’alibi della persona alla guida del mezzo. Secondo quanto ricostruito in aula, quella notte l’uomo – anch’esso ascoltato ieri – era stato al bar e si era poi recato in provincia di Mantova per acquistare droga.

Le reazioni
Gli avvocati Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini assistono rispettivamente la madre e il fratello di Alice: «L’esito dell’udienza è stato ancora una volta soddisfacente: è stata smontata l’ipotesi difensiva di un’altra persona che poteva avere incrociato Alice nelle prime ore del 18, e che quindi potesse essere coinvolta nel suo omicidio. Gli atti del processo e le testimonianze hanno dimostrato un alibi perfetto di questa persona che nulla ha a che vedere con Alice. Si stringe ancora di più il cerchio attorno a Gaaloul poiché ad oggi ancora non ha spiegato come, dove e quando è sceso dalla vettura, ed è stata eliminata l’alternativa di un altro uomo, che potesse aver fatto del male ad Alice». Di diversa opinione l’avvocato di Gaaloul, Roberto Ghini: «È stata un’udienza interessante, ci sono tematiche che meritano di essere approfondite, e altre che avrebbero dovuto essere approfondite in fase di indagini. Continuiamo a essere convinti che c’è stata troppa urgenza nel voler chiudere questa indagine e nel concentrarsi sull’unica pista che portava a Gaaloul. E che questo possa aver comportato purtroppo una perdita definitiva di elementi per provare e individuare il vero responsabile».

L'altro punto
Nel corso del controesame, l’attenzione si è concentrata anche su una vettura che circola in prossimità dei luoghi del delitto tra le 6.20 e le 6.40 del 18 novembre 2022: in aula è stato appurato che il mezzo non ha alcun ruolo nella vicenda. Ricostruzione, questa, appoggiata dai consulenti della parte civile di madre e fratello di Neri. La difesa dell’imputato sostiene che sia da approfondire la presenza di quest’auto – anche se Ghini evidenzia come ovviamente la qualità dei video non sia eccelsa – e annuncia che il proprio consulente tecnico, che verrà ascoltato prossimamente, sia quindi di opinione differente. Ad assistere come parte civile il marito di Alice, lo ricordiamo, c’è l’avvocato Antonio Ingroia.