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L'intervista

Il pianista Luca Morelli protagonista dell’evento "Candlelight": «I concerti, le candele e Carpi. Così porto la mia città nel mondo»

di Gabriele Canovi
Il pianista Luca Morelli protagonista dell’evento "Candlelight": «I concerti, le candele e Carpi. Così porto la mia città nel mondo»

Il personaggio: «Una serata di musica a “lume di candela”. Suono circondato da centinaia di lumini»

24 giugno 2024
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CARPI. Un concerto... a lume di candela che sta facendo il giro dell’Italia (e anche del mondo) inanellando una serie record di sold out. Si chiama “Candlelight” ed è proprio un concerto a lume di candela, dove il musicista è circondato da centinaia e centinaia di lumini in un’atmosfera decisamente suggestiva. Un evento quindi di portata internazionale – è “nato” a Madrid e ha toccato più di cento città in tutto il mondo – ma che, almeno in parte, parla anche carpigiano. Il motivo? Tra i protagonisti c’è il pianista e compositore di Carpi, Luca Morelli. Una collaborazione nata quasi per caso – «ho fatto un’audizione senza grandi aspettative, poi è stato un crescendo inaspettato» – che gli ha permesso di potare la sua musica su e giù per lo Stivale, «trovando, finalmente, anche un punto di contatto con il pubblico».

Morelli, quello di “Candlelight” è un successo mondiale.
«Ogni concerto è un tributo a un grande artista della storia: Einaudi, Ennio Morricone, i Queen e perfino Vasco Rossi. Qual è la chiave? Le serate “Candlelight” rendono la musica, soprattutto quella classica, più “democratica”, avvicinandola alle persone. Io ho iniziato nell’agosto del 2022 ed è stato amore a prima vista».

E la sua vita è cambiata...
«Sicuramente ora faccio più chilometri, Scherzi a parte, è vero: ho avuto la possibilità di trovare un punto d’incontro con il pubblico. Sono molto grato a loro perché, oltre ai tributi, mi permettono di portare la mia musica. Soprattutto dopo il periodo del Covid, sentivo questa necessità: condivisione attraverso la musica. Anche perché prima di entrare nell’universo “Candlelight” io producevo musica, facevo sound design e post produzione per agenzie: ero chiuso nel mio studio e non avevo contatto con chi ascoltava. Ora porto avanti entrambe le cose».

Tutto è partito da Carpi.
«Sono nato qui e con Carpi ho un legame speciale. Qui ho preso le prime lezioni di pianoforte, alle scuole medie, qui ho scoperto la voglia di fare musica, qui ho capito che da grande sarei voluto diventare un compositore. Insomma, a Carpi è iniziato tutto. Ricordo ancora la mia prima insegnante di pianoforte: si chiamava Loretta Turci. La musica fin da bambino mi portava nella mia dimensione, in un porto franco. Mi piaceva ascoltarla e riprodurla: avevo, e ho, grande voglia di creare. Ora mi piacerebbe tornare a Carpi e suonare al teatro Comunale, sarebbe la prima volta per me».

Così ha spiccato il volo, lasciato gli studi accademici e arrivando a essere tra i protagonisti di questi concerti che sono l’evento musicale del momento.
«Le candele sono un simbolo di accoglienza e quindi avvicina le persone. L’atmosfera è suggestiva: si vede il musicista e tutte intorno le luci. Si crea una situazione che predispone le persone a un’impostazione mentale di accoglimento».

Ora grazie all’esperienza di Candlelight produrrà anche un disco.
«Tra i tributi che porto in concerto ce n’è anche uno dedicato a Vasco Rossi. Ho iniziato proprio con la sua musica all’audizione: fu una mia idea quella di suonare qualcosa di diverso rispetto, per esempio, ai classici Einaudi o Morricone. Proprio Vasco è il protagoniste del mio disco: si chiamerà “Piano solo noi” e conterrà le sue canzoni suonate da me al pianoforte. Ovviamente, voglio portargli di persona il disco...».