Gian Luca Sghedoni, mani su Litokol: sarà una sfida diretta all’impero Kerakoll
Il figlio secondogenito di Romano, fondatore del colosso di Sassuolo, è uscito dall’azienda di famiglia nel 2019 e sta per acquistare l’impresa di Rubiera che opera nello stesso campo: collanti per ceramiche
SASSUOLO. Gian Luca Sghedoni ha messo gli occhi sulla Litokol di Rubiera, concorrente della Kerakoll fondata dal padre Romano e dove ha lavorato fino al 2019 arrivando fino alla carica di amministratore delegato. Le voci si rincorrono e pare proprio che i tempi siano maturi per l’acquisizione.
Litokol, marchio nato nel 1968 e guidata per oltre 40 anni da Luciano Cottafavi, progetta e realizza prodotti per la posa di pavimenti e rivestimenti, collanti ceramici ed edilizi e aggrega attualmente otto società con circa 650 dipendenti per un fatturato globale 2023 di 100 milioni di euro. Il processo di progressiva internazionalizzazione ha portato Litokol a realizzare il proprio fatturato per una quota dell’80% sui mercati esteri, dove oggi è presente direttamente con società commerciali o strutture produttive in una mezza dozzina di paesi del mondo (l’ultima inaugurata in India l’anno scorso), dalla Cina all’Ucraina, dalla Grecia all’Armenia. Nella sede di via Falcone a Rubiera lavorano un centinaio di dipendenti, per un fatturato 2022 di circa 27 milioni di euro.
Ricordiamo che Gian Luca Sghedoni uscì dall’impresa di famiglia nel gennaio 2019, da amministratore delegato, per dissidi a quanto pare sulle prospettive future di Kerakoll. Al suo posto venne nominato un top manager del gruppo, Andrea Remotti. I fratelli Fabio ed Emilia rimasero invece nell’azienda fondata dal padre a Sassuolo nel 1968.
Gian Luca, secondogenito di Romano, entrò in azienda nel 1990, prima come venditore e dal 2000 come amministratore delegato. A lui si deve la svolta green dell’azienda. Nel 2007 viene insignito del premio “L’imprenditore dell’anno”, categoria Innovation, nel 2008 è la volta del premio Ernst & Young come miglior imprenditore dell’anno; nel 2014 il riconoscimento arriva dal Presidente della Repubblica, che gli conferisce il premio Leonardo Qualità Italia. Alla fine dell’anno scorso la Kerakoll finì sui giornali per un clamoroso caso di spionaggio industriale: oggetto di interferenze illecite (che secondo gli inquirenti sarebbero state commissionate da Remotti e attuate da esperti informatici sotto la regia di un ex carabiniere) sarebbe stato lo stesso Gian Luca Sghedoni assieme a diversi dipendenti e collaboratori Kerakoll, tra febbraio e giugno 2021.
La stampa specializzata ha recentemente scritto che Sghedoni, classe 1967, è poi entrato nella partita che si è giocata sui destini della Franco Colaiacovo (FC) Gold, titolare di una quota del 25% di Financo, la holding a capo del gruppo cementiero umbro Colacem. La Eques srl, costituita pochi mesi fa dall’influencer bolognese Gianluca Vacchi, ha nei mesi scorsi infatti portato a termine un aumento di capitale di 30 milioni di euro finalizzato appunto a trovare risorse per salvare FC Gold. Il libro soci di Eques registra tra i nuovi azionisti, ciascuno titolare del 16,67%, la holding di partecipazione Napura srl che fa capo a Gian Luca Sghedoni. Sghedoni risulta poi infine cofondatore e uno dei principali investitori di Ivh (Italian Venture Hotellerie) Group, nato nel 2014 per valorizzare attività alberghiere.