Gazzetta di Modena

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La tragedia

Finale, muore 17 giorni dopo lo scontro

Chiara Marchetti
Finale, muore 17 giorni dopo lo scontro

Giuseppe Carrino non ce l’ha fatta, avrebbe compiuto 19 anni il 14 maggio. Il 5 aprile lo schianto con la sua moto contro un’auto, troppo gravi le ferite riportate

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Finale «Riposa in pace fratello, rimarrai sempre nei nostri cuori», scrivono gli amici di Giuseppe Carrino.

Dopo diciassette giorni in ospedale, Giuse, come lo chiamavano tutti, non ce l’ha fatta. Il ragazzo, che avrebbe compiuto 19 anni il 14 maggio, è morto a Baggiovara nella notte tra lunedì e martedì.

Un dolore immenso per la famiglia e gli amici di Massa e Finale, che quando hanno saputo la notizia martedì mattina sono rimasti sotto choc.

Nel tardo pomeriggio del 5 aprile, il ragazzo era a bordo della sua moto 125 Derbi da enduro quando, davanti al supermercato Conad di Massa, si è schiantato contro una Fiat Grande Punto.

Il motociclista stava procedendo in via Monte Bianco, mentre l’automobilista usciva da via Carducci per immettersi sulla Statale 468.

L’impatto è stato violentissimo e il giovane è stato sbalzato in avanti per diversi metri, riportando un forte trauma cranico e toracico. Sul luogo sono arrivati i carabinieri e gli operatori sanitari del 118 con un’autoambulanza. Vista la gravità delle ferite, è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso che ha trasportato il ragazzo al più vicino ospedale di Baggiovara. Qui è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per poi essere ricoverato, fino a ieri, nel reparto di Rianimazione in prognosi riservata. I medici hanno provato in ogni modo a salvargli la vita, ma le ferite riportate nell’incidente erano troppo gravi e Giuseppe, purtroppo, non ce l’ha fatta.

«Dovremmo scrivere di calcio e divertimento – scrive su Facebook lo staff dello Junior Finale, squadra di calcio dove Giuse ha giocato – e invece il sorriso ogni tanto si offusca e ci impone di pensare a quanto è preziosa la vita. Salutiamo Giuseppe, ragazzino a cui il destino e un incidente hanno negato la possibilità di diventare grande. Ci stringiamo a suo fratello Mimmo e a chi gli ha voluto bene fino alla fine».

Domenico, detto Mimmo, gioca ancora nella squadra finalese. «Lo scorso anno – continuano dirigenti e allenatori – Giuse ha disputato con i suoi coetanei il campionato Juniores. Mimmo è ancora qui e in questo brutto momento gli mandiamo un forte abbraccio».

Oltre al calcio, il diciottenne aveva altre passioni. La boxe, che per un po’ha praticato, e poi la moto. «Diceva sempre che un giorno se la sarebbe comprata – ricorda un amico – e alla fine ce l’aveva fatta. Amava guidarla e la usava ogni volta che c’era bel tempo».

Dopo aver lasciato la scuola, per alcuni mesi il giovane, residente a Massa, ha lavorato nell’azienda Titan Italia di Finale. Anche l’amministrazione comunale, insieme alla comunità, esprime le più sincere condoglianze nei confronti della famiglia e dei suoi cari.

Tornando all’incidente, il conducente della Fiat Grande Punto è rimasto illeso, anche se sotto choc. Per tutti i diciassette giorni, la sua auto è rimasta parcheggiata in pieno centro a Massa. «È stato uno scandalo – le parole di un’amica – perché la famiglia e gli amici sono stati costretti a vederla ogni giorno. Più volte abbiamo chiamato i carabinieri, ma ci hanno sempre risposto che non si poteva fare niente».

La Grande Punto, di colore nero, era posteggiata davanti alla chiesa, con il nylon al posto del vetro dei finestrini e la fiancata completamente ammaccata. Poi martedì, nel tardo pomeriggio, qualcuno l’ha portata via, sottraendo ai familiari un’ulteriore e inutile sofferenza. Con ogni probabilità, la cerimonia funebre si svolgerà proprio nella chiesa di Massa e il corpo sarà seppellito nel cimitero del paese. Per i funerali, però, bisognerà aspettare che la salma del diciottenne venga restituita alla famiglia.

Sul corpo del giovane, attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria, è stata disposta l’autopsia, che servirà a chiarire le cause che hanno portato alla morte. Per quanto riguarda invece l’incidente, i militari sono a lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dello scontro e attribuire le diverse responsabilità. Responsabilità che, se venissero attribuite all’automobilista, potrebbero costargli l’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale.