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Modena, la rabbia del Villaggio Zeta: «Siamo stanchi, qui furti a non finire»

di Gabriele Farina
Modena, la rabbia del Villaggio Zeta: «Siamo stanchi, qui furti a non finire»<br type="_moz" />

Il comitato dei cittadini chiama in causa la politica cittadina

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MODENA Tre modenesi su dieci sono stanchi di denunciare. C'è chi desiste a fronte di minacce e chi rinuncia a cambiare la serratura e a chiudere la porta a chiave dopo aver subito l’ennesimo furto.

Il clima che si vive al Villaggio Zeta (come in altre zone della città) ha spinto il comitato locale a richiedere un incontro al sindaco Gian Carlo Muzzarelli, al presidente della Regione (Stefano Bonaccini) e ai parlamentari dell’Emilia Romagna.

LA PROTESTA
«Noi cittadini cosa dobbiamo fare? – la domanda di Walter Parenti, portavoce del comitato Villaggio Zeta – Per cortesia, ditecelo. Chi delinque deve avere qualcosa da perdere».
Parenti ha riscontrato nella zona in cui vive che circa il trenta per cento delle persone non denuncia più gli episodi di criminalità. Il portavoce promuove l’incontro che si terrà lunedì prossimo alle 16 al teatro Guiglia. Bonaccini, Muzzarelli e i parlamentari emiliano-romagnoli sono stati invitati e i rappresentanti sono in attesa di conferme e anche di risposte.
«Un signore dopo il terzo furto nei garage sotterranei non ha più cambiato la serratura – ha sottolineato ieri mattina Parenti davanti alla Preda Ringadora – e dopo il terzo furto non ha più comperato la bicicletta. Gli ho detto: “Ti arrendi alla delinquenza?”. Lui mi ha risposto: “Cosa devo fare?”. Noi cittadini che facciamo?».

AL COMUNE
La domanda è ripetuta da Mauro Del Carlo, referente del gruppo di Controllo del vicinato a Portile e Paganine. «Quando giro nella zona saluto le persone che non conosco e quando non ricambiano al saluto mi pongo qualche problema – ha detto Del Carlo – Qualcuno girava nella zona chiedendo soldi per nome e per conto di certe realtà. Quando ha visto che era seguito ha cambiato strada. Facciamo anche fotografie di auto sospette».
Tutto materiale che finisce nelle chat del gruppo ed è riportato a carabinieri, agenti della Polizia di Stato e della Polizia locale. «Le forze dell’ordine intensificano i passaggi – ha aggiunto il referente – Ci stanno vicino, soprattutto i carabinieri del distaccamento di San Damaso. Il problema è la certezza della pena, come ci dicono anche gli esponenti delle forze dell’ordine».
Di conseguenza, calano le denunce. «Ci sono disagi e problemi tra i cittadini – ha avvertito Del Carlo – A volte, i componenti del comitato sono stati minacciati: capite che è problematico».
L’invito del referente è palese: «In Parlamento si devono fare leggi più stringenti e serve certezza della pena».

SICUREZZA
Sulla sicurezza hanno iniziato a confrontarsi i candidati alla successione di Muzzarelli in vista delle amministrative dell’8 e 9 giugno.
Capite che è problematico. In Parlamento si devono fare leggi più stringenti. Serve certezza della pena. «Spingiamo perché si faccia un incontro co n i candidati sindaco», ha concluso Parenti.