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Mirandola, in fuga dal conflitto con i nove figli: la famiglia ucraina ora ha una casa

Mirandola, in fuga dal conflitto con i nove figli: la famiglia ucraina ora ha una casa<br type="_moz" />

Il sindaco: «Ulteriore riprova della nostra tradizione di ospitalità»

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MIRANDOLA Mirandola apre le porte e abbraccia una famiglia ucraina in fuga dalla guerra. Pavlo e Nadiia Medvedev, assieme ai 9 figli (Anna, Alina, Kateryna, Evelina, Viktoriia, Oleksandr, Tymofii, Nikolai e Serhii), hanno trovato ospitalità e una nuova vita, fuggendo dalla città natale (Sumy – 265 mila abitanti nel distretto nord-orientale, capoluogo dell’omonima oblast nella regione della Sloboda Ucraina) a 20 chilometri dal fronte del conflitto russo/ucraino.

IL COMUNE
Si sono rivolti ai servizi sociali del Comune non appena giunti in Italia, i Medvedev hanno trovato pronta solidarietà e una rapida presa in carico di tutte le necessità che ha portato alla consegna di una nuova nella frazione di San Martino Spino, in un alloggio di proprietà comunale. Una storia di solidarietà a lieto fine che ha visto Pavlo – esperto giardiniere, lavoro che praticava anche nella terra natìa – trovare immediata occupazione presso la ditta Garden Servizi.

IL COMMENTO
Il sindaco Alberto Greco, dopo essersi interessato in prima persona della vicenda e aver monitorato passo dopo passo l’insediamento dei Medvedev sul territorio comunale, ha invitato tutta la famiglia in Municipio per un caloroso “benvenuto formale”. Un momento emozionale intenso, condito da momenti di grande simpatia e culminato con il dono – preparato dalle ragazze del Ceas “La Raganella” – per i nove figli già inseriti nel tessuto scolastico comunale: si tratta di un kit, composto da borraccia, cartina, porta merenda e il libricino di storie per bambini dell’Orso Freddi.
«È stata un’emozione bellissima poter vedere Pavlo, Nadiia e i nove ragazzi e ragazze sorridenti – commenta il sindaco Greco – Mirandola ha una tradizione secolare di ospitalità e solidarietà che ha trovato ulteriore conferma. Il mio auspicio è che l’affetto che la comunità tutta, con silenziosa eleganza, ha mostrato a Pavlo, Nadiia e ai figli, possa permettergli superare le sofferenze e le tribolazioni vissute».