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Stop al Superbonus per gli edifici terremotati: un caso politico

Stefano Luppi
Stop al Superbonus per gli edifici terremotati: un caso politico

Circa 400 interventi nel cratere potrebbero non essere conclusi

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BOLOGNA La mancata deroga per le zone terremotate dell’Emilia Romagna al recentissimo decreto Superbonus andrebbe a penalizzare un numero di cantieri pari al 5% del totale, parola del presidente emiliano Stefano Bonaccini. Il conto presentato dalla Regione è di “appena” 50-60 milioni di euro. Il presidente Pd è stato durissimo sul tema, parlando di discriminazioni e la risposta di Fratelli d’Italia lo è stata altrettanto chiedendo cosa ci sia da finanziare se, come detto dalla Regione, la ricostruzione è finita.

L’associazione costruttori dell’Emilia Romagna ANCE manifesta molte preoccupazioni sul decreto del governo, come spiega il presidente Maurizio Croci che aggiunge: «Quel che dice Fratelli d’Italia può essere una cosa in parte vera: in Emilia Romagna si è sempre detto che tutto era terminato e del resto la chiusura degli interventi privati è ormai ben oltre il 95% del totale. Anche se non c’entra con il decreto, pure la ricostruzione pubblica è andata benissimo».

Il capo di ANCE prosegue: «Siamo tutti preoccupati da Piacenza a Rimini così come i sindacati che sento spesso. L’Emilia Romagna è la seconda regione italiana per numero di interventi e temo che molti, senza la cessione del credito, non potranno più farlo, il superbonus. Oggi siamo molto preoccupati per i 200-400 cantieri privati relativi al sisma, lasciati appunto fuori dal decreto, dove lavorano aziende soprattutto nelle zone di Modena, Bologna, Ferrara e in parte Reggio. C’è rischio anche perché il sisma bonus copriva la differenza che c’era a esempio sul maggior costo dei materiali: il finanziamento Stato-Regione per la costruzione post sismica non essendo sufficiente veniva coperta dal sisma bonus che adesso per la nostra regione è stato tolto. Ci sono interventi finiti per milioni di euro che devono ancora essere pagati alle aziende esecutrici perché serve l’autorizzazione dei comuni».

Alle ultime scelte del governo, come si diceva, Bonaccini aveva reagito con veemenza: «La mancata deroga al dl superbonus per i comuni del cratere del terremoto 2012 in Emilia è una discriminazione vergognosa che ignora le richieste di sindaci e amministratori locali, anche di centrodestra e che colpisce in particolare quelle famiglie che ancora oggi stanno completando la ricostruzione dei propri immobili e che vengono lasciati soli e nella disperazione. Ciò colpisce una terra che nella ricostruzione ha offerto un’eccezionale prova di serietà e velocità a tutto il Paese. Il governo ponga subito rimedio a una decisione che penalizza chi ha lavorato meglio di altri mentre ci sono tutte le regioni colpite da terremoti e sisma, esclusa l’Emilia-Romagna. In Emilia la ricostruzione privata è pressoché completata, ma non importa il numero delle persone coinvolte: stiamo parlando di chi ha dovuto rallentare i lavori per il caro materiali o per completare tutte le procedure richieste visto l’utilizzo di denaro pubblico, persone a cui il governo volta ora le spalle. Accade solo in Emilia-Romagna».

Rispondono vari esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui i parlamentari modenesi Michele Barcaiuolo e Daniela Dondi: «Dal terribile sisma del 2012 sono passati 12 anni e sono state molte le occasioni recenti e meno recenti in cui Bonaccini non ha perso occasione per vantarsi di aver da tempo concluso l'iter volto alla ricostruzione. Bonaccini si è quindi accorto di essersi sbagliato? Se si è ricreduto e ammette che anche l’Emilia Romagna è in ritardo come le altre, crediamo che in sede di conversione si possa intervenire con un emendamento che ci impegniamo a presentare. Nel frattempo sarebbe utile sui verificasse quanti sono i proprietari di edifici privati colpiti dal sisma che, dopo 12 anni, non hanno ancora presentato il progetto di ristrutturazione».

A tutela del governatore sono anche intervenuti numerosi parlamentari dem, tra cui Maria Cecilia Guerra, Vincenza Rando, Stefano Vaccari e Andrea De Maria che hanno chiesto di «intervenire con urgenza estendendo le deroghe anche alle zone dell'Emilia- Romagna colpite dal sisma». Preoccupazione, infine, espressa anche da Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti e da Francesco Burrelli, presidente di ANACI - Associazione nazionale amministratori condominial. l Stefano Luppi