Bomporto, addio alle porte Vinciane: ecco le idrovore da 22 milioni
Il nuovo impianto garantirà maggiore sicurezza in caso di alluvione
Bomporto È stato presentato giovedì, davanti a un teatro comunale pieno, il progetto del nuovo impianto idrovoro che andrà a sostituire le attuali porte vinciane di Bomporto. L’ingegnere Fabio Paglione, vice direttore dell’area tecnica del Consorzio della Bonifica Burana, ha mostrato anche i rendering di una infrastruttura da circa 22 milioni di euro e che dovrebbe, nelle idee, tutelare non solo il paese, quanto anche tutti quei territori toccati dal Panaro. L'impianto sarà collocato fra la conca di navigazione e il ponte Nave della via Ravarino Carpi sul Canale Naviglio. Si compone di una stazione di pompaggio dotata di 4 idrovore sommergibili, per una portata complessiva di circa 22 metri cubi al secondo, e da due sistemi di doppie paratoie, quest’ultime necessarie alla regolazione dei livelli idrici a monte e a valle dell’impianto. A monte dell’impianto verranno realizzare le vasche di alloggiamento delle idrovore; verranno inoltre rialzati gli argini esistenti fino alla quota di 29 metri sul livello del mare, quota di coronamento degli argini del fiume Panaro a valle del ponte Nave.
Verrà anche installato un nuovo sistema di sbarramento con due doppie paratoie che permetteranno la gestione di qualsiasi carico idrico lato Panaro e lato Naviglio, risultando inoltre un’ulteriore protezione idraulica nel caso di mancato funzionamento dei portoni vinciani in concomitanza di una piena del fiume Panaro. L’opera permetterà lo scolo delle acque meteoriche raccolte dai bacini del Canale Naviglio, del Cavo Argine e del Cavo Minutara nel caso di chiusura dei portoni vinciani a seguito di una piena in corso del Panaro.
Durante i lavori, che non si sa ancora quando partiranno, sarà creato un canale “bypass” che aggirerà il cantiere. Qualora si verificasse un evento di piena, il canale permetterà lo strabordamento dell’acqua in direzione del cantiere, salvo poi finire nell’attuale corso d’acqua così da evitare l'allagamento del paese. Per le macchine e gli strumenti, è stato pensato un sistema di sicurezza per proteggerle da eventuali inondazioni.
Durante la serata, l’Agenzia per la sicurezza territoriale dell’Emilia-Romagna ha presentato, tramite la voce dell’ingegnere Francesca Lugli, un resoconto di quanto fatto dal 2014 – anno dell’alluvione di Bomporto e Bastiglia – a oggi nei territori della provincia: contando gli interventi strutturali, non strutturali e quelli urgenti, sono stati spesi oltre 124 milioni di euro, mentre altri 43 milioni saranno destinati, prossimamente, al miglioramento della sicurezza idraulica del territorio. Sono state poi realizzate, sempre dal 2014, 21 campagne di monitoraggio arginale.
Attimi di tensione sono stati raggiunti dopo l’esposizione degli ingegneri di Aipo, agenzia che dalla piena del maggio del 2023 ha realizzato 17 interventi per cinque milioni di euro e che ne ha in programma altri 42 per una cifra intorno ai 24 milioni. Aipo è stata accusata da alcuni partecipanti di sostenere il falso e, soprattutto, di «prevenire al ribasso. Non state facendo abbastanza», è l’affondo. A chiudere la serata la vicepresidente Priolo, che ha rivendicato «netti miglioramenti dall’alluvione di Nonantola del 2020. Con la piena di maggio 2023 siamo riusciti a resistere molto bene, a testimonianza dell’efficacia degli interventi realizzati. Rimane comunque tanto lavoro da fare».