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Criminalità

Modena, assalto al portavalori in A1: condannato l’ultimo della banda

Modena, assalto al portavalori in A1: condannato l’ultimo della banda

Il commando puntava ai 2 milioni e mezzo di euro ma non vide un centesimo

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È stato condannato a cinque anni l’ultimo componente della banda che il 14 giugno 2021 scatenò il caos sull’A1, all’altezza di San Cesario, in quell’assalto al portavalori con scene da film. Nei mesi scorsi gli altri imputati erano stati condannati a complessivi 55 anni di carcere, a fronte di una richiesta di 86 anni avanzati dall’accusa.

E anche in questo caso, la richiesta avanzata dai pm (Lucia De Santis e Monica Bombana) era stata pesante: quindici anni di carcere. Questo, perché teneva conto di una recidiva di vent’anni fa. La difesa del 53enne, rappresentata dagli avvocati di Parma Giuseppe Rosafio e Riccardo Parisi, aveva chiesto l’assoluzione, sostenendo che gli elementi dell’accusa fossero deboli. E ieri, dopo la condanna del collegio, presieduto dal giudice Ester Russo, la difesa ha annunciato: «Attendiamo le motivazioni, poi valuteremo di impugnare la sentenza».

Il 53enne era accusato non di avere sparato ma di essere stato colui che diede supporto logistico alla banda noleggiando i furgoni per la fuga. Attualmente il 53enne, di origini pugliesi, si trova in carcere a Reggio. L’obiettivo del commando erano i due milioni e mezzo che il portavalori trasportava ma che grazie alla resistenza delle guardie giurate, gli assalitori non riuscirono a portare via. I banditi dunque di quella grossa somma che speravano di sottrarre dal blindato della ditta Battistelli, non videro un centesimo.

Il quadro è stato ricostruito attraverso una complessa indagine condotta dalla squadra Mobile della polizia di Modena, guidata da Mario Paternoster. In supporto, la centrale operativa della polizia stradale di Bologna e della Mobile di Foggia. Un’auto aveva affiancato il portavalori esplodendo colpi sulla fiancata e poi sulla ruote, facendole esplodere: a quel punto la guardia giurata alla guida per evitare un incidente, fu costretta a buttarsi a sinistra sul new jersey, fermandosi.

Quindi il commando (sceso anche da altre quattro auto) proseguì l’assalto a piedi, invano. Contemporaneamente, a circa 5 km di distanza, sull’altra corsia, altri complici armati sempre di mitra, bloccavano le quattro corsie dando fuoco a tre auto, sempre rubate, e facendo incendiare altre due auto di privati, costretti alla fuga terrorizzati. Bloccati e minacciati anche quattro camionisti, costretti a mettere i tir di traverso per bloccare ulteriormente il transito.

Il traffico fu paralizzato per otto ore sulla più importante arteria d’Italia dalle 20 alle 4, con fino a 10 km di coda in entrambi i sensi di marcia: un episodio che nessuno dimenticherà mai.