Modena, Mezzetti: «Street tutor in strada e bus in servizio anche di sera»
Il candidato Pd: «Avversari da considerare... anche se deboli»
Dalla sicurezza all’emergenza casa, dal trasporto pubblico agli... avversari. A tre mesi dal voto, il candidato sindaco del centrosinistra Massimo Mezzetti affronta i temi principali in campo.
Mezzetti, le sue tre priorità per il futuro di Modena.
«Benessere. Parola che per me include diritto alla salute e a una sanità efficiente per tutti; cultura, sapere e conoscenza come fattori di crescita sociale ed economica; ambiente da salvaguardare e migliorare ogni giorno; possibilità di poter contribuire in modo responsabile, consapevole e partecipato alla vita della propria comunità. E poi sicurezze, al plurale: sicurezze sociali, ma anche sicurezza di vivere senza la paura di essere aggrediti o derubati. Le prime sono un compito prioritario di un Comune e le seconde sono una responsabilità primarie degli organi dello Stato. Quindi, mobilità sostenibile e trasporti pubblici efficienti. Ne aggiungo una quarta: manutenzione e cura ordinaria e quotidiana della città».
Sicurezza, dunque: un sindaco ha qualche strumento?
«La sicurezza intesa come ordine pubblico e contrasto alla criminalità, come ho detto, è una competenza in capo prioritariamente allo Stato e alle forze dell’ordine. Detto ciò, il Comune sta già facendo e dovrà fare sempre di più la sua parte. Già oggi il Corpo di polizia locale ha raggiunto il tetto di organico stabilito dalle norme regionali e svolge un servizio h24, e in questo siamo l’unico Comune capoluogo in regione. Se sarò eletto sindaco, adotterò ulteriori misure proprio nella direzione di allargare e coinvolgere stabilmente sulla sicurezza integrata tutti gli attori disponibili: un vero e proprio pacchetto sicurezza articolato in più interventi coordinati e integrati. In primo luogo voglio sottolineare l’importante azione e l’invito a fare rete del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, con particolare riferimento nell’ultimo periodo a episodi di microcriminalità verso gli studenti e soprattutto le studentesse. In secondo luogo intendo sperimentare la nuova figura dello Street Tutor prevista da una legge regionale. Si tratta di un innovativo strumento di collaborazione tra istituzioni e società civile: i gestori dei locali e organizzatori di eventi aperti al pubblico, in particolare nel settore dell’intrattenimento e dello spettacolo, possono utilizzare gli addetti ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo, in attività di prevenzione dei rischi e di mediazione dei conflitti nello spazio, anche pubblico, adiacente ai locali e ai luoghi nei quali si svolgono gli eventi. La nuova attribuzione, riconosciuta agli addetti ai servizi di controllo iscritti nei registri prefettizi, è qualificata come attività di Street Tutor ed è subordinata al possesso di specifica autorizzazione rilasciata dal Comune. In terzo luogo, va fortemente valorizzata l’importante esperienza del gruppi di controllo di vicinato, 95 gruppi che coinvolgono quasi tremila cittadini, aprendo a un percorso che possa prevedere una forma associativa stabile che possa relazionarsi in modo strutturato e continuativo con le istituzioni e le forze di sicurezza. In quarto luogo, vanno previste forme di collaborazione con apposite convenzioni con società di vigilanza private che possano garantire presenze deterrenti laddove non sia possibile assicurare un pattugliamento assiduo delle forze pubbliche.
Ma infine fatemi esprimere un punto più generale: dobbiamo avere la consapevolezza che oggi un approccio assennato che non scusa e non ignora, cerca di punire le devianze ma anche di prevenirle, di affermare insieme e contemporaneamente legalità e solidarietà. La destra modenese sostiene di avere un rapporto privilegiato con l’attuale governo: ebbene, propongo loro, se davvero hanno a cuore i problemi di Modena, di lavorare insieme e costruttivamente: chiunque vinca queste elezioni, impegniamoci reciprocamente ad andare insieme a Roma a chiedere un maggiore impegno del ministero dell’Interno nel dare a Modena l’attenzione che merita e per ridurre la pressione degli arrivi di migranti sul territorio».
Un’altra questione molto sentita è quella della casa...
«Questo tema sarà prioritario per il Comune e più complessivamente per rafforzare un’elevata attrattività del nostro territorio per i tanti giovani che vengono a Modena a studiare e ai tanti lavoratori e lavoratrici impegnati nelle imprese piccole e grandi, così come nelle pubbliche amministrazioni. Quindi dobbiamo monitorare, come già avviene, l’evoluzione dei prezzi, ma soprattutto lavoriamo per una collaborazione continua tra i diversi attori: il Comune, le associazioni degli inquilini, dei proprietari, degli agenti immobiliari. Due sono le azioni su cui l’impegno è centrale: rilanciare ruolo e attività dell’Agenzia Casa e supportare quanto più i contratti territoriali a canone concordato che hanno ottenuto importanti risultati nel corso degli anni. Ma mi permetto di fare una proposta: costruire in breve tempo una mappatura dettagliata di tutto ciò che è pubblico e valutare caso per caso un possibile cambio di destinazione d’uso vincolato a un preciso scopo. Ciò permetterebbe in un quadro regolato e governato dal pubblico di poter essere nelle condizioni di aumentare la disponibilità di spazi abitativi adeguati».
Sui rifiuti ha fatto discutere la proposta di tornare ai cassonetti, dove necessario.
«Quello che ho detto nei giorni scorsi è molto semplice e di buon senso. Dobbiamo sempre distinguere gli obiettivi dai metodi per raggiungerli. Questo vale in tutti i campi. Per quello che riguarda i rifiuti, quello della differenziata è un obiettivo giustissimo, dal quale non dobbiamo arretrare. Se quello adottato è un metodo che ha mostrato e dovesse continuare a mostrare criticità in alcune aree della città, dovrà essere corretto a secondo delle specificità delle aree urbane e delle esigenze dei cittadini. Sottolineo “dei cittadini”, i cui interessi vengono prima di quelli di altri. Non esiste solo un modello di raccolta differenziata, e lo dimostrano le esperienze diverse, anche nella nostra provincia».
Mobilità: in questi anni ci sono stati diversi studi sulle possibilità di cambiare il tpl, mentre un tema irrisolto è l’assenza dei bus serali.
«Se vogliamo convincere - e non costringere - l’automobilista ad abbandonare o ridurre l’uso dell’auto privata, dobbiamo offrirgli un’alternativa valida e competitiva. Questa alternativa ha un nome: trasporto pubblico efficiente, rapido e puntuale. Penso quindi sia importante applicare con coerenza e in modo strutturato i risultati dello studio commissionato da Amo per il Comune. Sviluppare, cioè, il sistema basato su tre livelli di priorità: quattro linee principali Brt ad alta frequenza con elementi significativi di prioritizzazione (corsie riservate e priorità semaforica), linee secondarie a supporto e le linee di adduzione verso le frazioni. È necessario estendere l’offerta alle ore serali, come proposto dal progetto votato all’unanimità dall’assemblea di Amo nel 2021 e sospeso a causa della pandemia. In questo modo si potrà avere un tpl non solo per studenti, ma anche per pendolari e per spostamenti nel tempo libero, dallo shopping alle visite a musei e ai teatri. Per quanto riguarda la linea Modena-Sassuolo, se eletto, costituirò al più presto un gruppo di lavoro che includa Amo, i Comuni interessati e la Regione, per definire la roadmap che porti a una decisione finale sul futuro della linea che per me dovrà essere diverso dall’attuale configurazione. Aggiungo inoltre che, per la specificità della nostra città, è necessario un salto di qualità delle infrastrutture ciclabili urbane, diffuse, sicure e ben mantenute. Affinché tutto questo si realizzi ci sarà necessariamente bisogno di maggiori risorse: il trasporto pubblico a Modena soffre di una situazione di particolare sottofinanziamento, in un Paese in cui il trasporto pubblico è già poco finanziato e non è in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. In tal senso - se eletto - uno dei primi impegni sarà aprire una trattativa con la Regione per ridiscuterne l’impegno sul nostro territorio».
La sua coalizione potrebbe andare da Azione al M5S: è preoccupato per la governabilità? Come sceglierà gli assessori?
«Alle forze politiche e alla città, in tutte le sue componenti, sociali, associative, sindacali e del mondo dell’impresa e dell’economia, io proporrò un Patto. Un Patto per Modena e con Modena. Mi aspetto, anzi sono certo, che chi lo sottoscriverà e vi aderirà sarà di quel patto. Gli assessori e le assessore che sceglierò dovranno corrispondere a un profilo di competenza e di rappresentanza del pluralismo delle forze che saranno nel Patto».
Negrini, candidato del centrodestra, la attacca per il fatto di non essere modenese e di aver vissuto a Bologna...
«Curioso che a dirlo sia un candidato imposto proprio da Roma e dalle logiche di palazzo a costo di dividere la loro coalizione. Comunque, se davvero questo fosse l’argomento principale del centrodestra, verrebbe da pensare che sono messi piuttosto male. Io sono a Modena da trentacinque anni, da prima che Negrini nascesse. Qui è nato e cresciuto mio figlio, che ha quasi la sua età. L’origine non modenese è quella ormai di almeno la metà della popolazione della città. Farebbe bene il centrodestra a concentrarsi su altro se non vuole rendersi ridicolo».
Pensa che vincerete?
«Percepisco molto entusiasmo e un’importante mobilitazione intorno alle nostre idee, ma sono comunque cauto. Non bisogna mai sottovalutare i propri avversari, anche quando sono deboli. Quindi continueremo a lavorare».