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Sicurezza

Il capotreno avrà una telecamera, i pendolari: «Così siamo più sicuri»

Carlotta Fornaciari
Il capotreno avrà una telecamera, i pendolari: «Così siamo più sicuri»

Vignola, già iniziati i test sulla linea che porta verso Savignano e Bologna

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Vignola Infrazioni, minacce, aggressioni e contenziosi sui treni: arriva anche sulla tratta Vignola-Bologna la nuova sperimentazione delle “Body cam”. Una piccola telecamera con le sembianze di una piccola radio che, indossata su base volontaria dai capotreno di Trenitalia Tper, viene agganciata alla divisa del personale e permette di riprendere la situazione circostante. Il dispositivo, adottato con l’accordo dei sindacati e nel rispetto della privacy degli utenti, sarà costantemente accesa; la modalità di registrazione invece sarà attivabile dal personale in caso di minacce o controversie. Una sperimentazione che ha preso avvio pochi giorni fa in tutta la regione Emilia Romagna e che verrà valutata nel corso dei prossimi sei mesi da trenta capotreno della regione su base volontaria: a scopo di tutelare la privacy, i viaggiatori sono informati tramite annunci della presenza della videocamera a bordo.

Tra le tratte ferroviarie regionali, ora il dispositivo compare anche su quella Vignola-Bologna. «Una delle lamentele che ci vengono esposte più spesso dagli utenti è la ricorrenza di episodi che, sia a bordo del treno che a terra, minano la sicurezza di chi viaggia e attende i mezzi – spiega Maurizio Quartieri, presidente del comitato utenti “In prima classe per Bologna-Vignola” – Parliamo di un fenomeno generalizzato e trasversale: seppur negli ultimi due anni sulla tratta Vignola-Bologna non si siano verificati episodi particolarmente gravi, si verificano spesso contenziosi tra gli utenti e il personale, che possono addirittura comportare l’intervento delle forze dell’ordine».

L’ultimo episodio risale alla sera di sabato scorso, quando le forze dell’ordine vengono chiamate alla stazione di Vignola a risolvere le controversie irrisolte tra il capotreno e un utente della tratta Bologna-Vignola delle 19.18: «Per la maggior parte dei casi, come nell’ultimo episodio, si tratta di utenti sprovvisti di titolo, o con titolo non regolare, magari non timbrato, che tentano in ogni modo di farla franca – continua – Altre volte si tratta invece di bande di ragazzini, spesso sorpresi a fumare le sigarette elettroniche, quando sono vietate».

Una tratta regionale importante quella che collega Vignola a Bologna, tra le più frequentate, soprattutto per l’attraversamento dell’area commerciale Gran Reno: «È una tratta che, nei giorni feriali, registra mediamente 7mila utenti. Le sue criticità sono legate soprattutto alla stazione “Casalecchio Palasport”: un’area che attira flussi di persone importanti, gruppi di ragazzi, e che purtroppo in passato è stata teatro di episodi critici. Spesso in contesti così affollati possono nascere situazioni di non facile gestione: è qui che l’ausilio della body-cam può diventare davvero efficace. La percezione della sicurezza a bordo da parte degli utenti, seppur soggettiva, è buona, ma non eccellente. Un semplice dispositivo che, oltre a rassicurare i passeggeri, può aiutare notevolmente il personale: sia in funzione di deterrente che di ausilio per risolvere eventuali contenziosi - conclude - È ormai da tempo che il nostro comitato insiste per avere un implemento di personale addetto ai controlli, soprattutto nei casi in cui il treno è pieno e diventa difficile sorvegliare le oltre 200 persone a bordo. La body-cam potrebbe essere un buon punto di partenza».