Modena, rivoluzione del trasporto pubblico: addio Seta, sarà inglobata da Tper
Approvato dalla giunta regionale il protocollo d’intesa sul futuro delle aziende. Nascerà un unico gruppo emiliano-romagnolo. Tempistiche: 265 giorni
Un «gruppo industriale per il Trasporto pubblico locale» che, di fatto, sposta il cuore modenese di Seta a Bologna. È dal lontano 2017 che l’allora assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini – oggi titolare della delega alla sanità – premeva per una fusione tra le tre grandi aziende del trasporto pubblico emiliano-romagnolo, ossia Tper, Seta e Start Romagna. Sette anni dopo quell’ipotesi sta diventando realtà: lunedì 12 febbraio, infatti, la Giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini si è seduta al tavolo per approvare il protocollo di intesa che traccia, di fatto, lo schema da seguire per l’accorpamento delle tre aziende.
Un documento che sarà valido per i prossimi due anni e che dovrebbe governare un processo di accentramento parziale di alcune funzioni ora dislocate sul territorio, a favore di una maggiore competitività sul mercato e di servizi migliori offerti ai cittadini, con un rilevante taglio di costi sul medio-lungo periodo.
Attualmente le tre grandi aziende di trasporto pubblico risultano essere indipendenti sotto molti aspetti, pur avendo una governance che, in alcuni casi, è la medesima. Tper, ad esempio, è partecipata per il 46,13% dalla Regione, ente pubblico che ne detiene la fetta più grossa. A sua volta, la stessa Tper è socia direttamente, con una quota fissa al 6,65%, di Seta, dentro la quale vi è un’ulteriore partecipazione del 42,84% di Herm, holding in cui proprio Tper è socia di maggioranza con il 94,95%.
Ma anche Start, azienda che si occupa del trasporto pubblico della Romagna, vede la presenza, come socio, di Tper, che ne detiene il 13,91% delle azioni. Insomma, intrecci che, in soldoni, raccontano di una presenza non indifferente di Tper e quindi anche della Regione, essendo proprietaria del 46,13% delle quote.
Nello scenario prospettato dal protocollo di intesa vi sarebbe quindi l’idea di andare verso una fusione delle tre grandi aziende di trasporto pubblico locale in un unico, testuali parole, «gruppo Industriale per il Tpl».
Per la verità, Seta e Start Romagna, entrambe partecipate da Tper, sarebbero incorporate in quest’ultima, che ne acquisirebbe anche le partecipazioni in società terze. Sotto starebbero invece i Sot, acronimo di Società operative territoriali, che fungerebbero sostanzialmente da presidi in loco del grande gruppo.
Da Tper, dunque, sarebbe inglobata anche Seta, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico tra Modena e provincia. Ciò corrisponde, in termini azionari, a tre ulteriori partecipazioni che sarebbero ereditate da Tper per via della Società Emiliana Trasporti Autofiloviari: il 40% di Hola s.r.l, che opera nel campo nei servizi di risposta telefonica con otto dipendenti, il 45,06% del Consorzio Acquisti dei Trasporti, realtà che offre forniture di vario tipo ai soci, e lo 0,19% del Consorzio Esperienza Energia, utile per l’approvvigionamento proprio di energia. Seta non è certo una gallina dalle uova d’oro, perlomeno per quanto riguarda il bilancio. L’anno scorso era stato chiuso un bilancio per il 2022 con un sostanziale pareggio – l’utile era stato di appena 39mila euro – e l’allora presidente dell’azienda, Antonio Nicolini, si era detto «preoccupato per il 2023», di cui non si sa ancora nulla. Forse è anche questo uno dei motivi: le difficoltà, acuite certamente dal Covid, nel chiudere bilanci non in negativo. Sarebbero necessari circa 265 giorni per seguire e concludere l'iter di accorpamento. Secondo il documento di indirizzo, le previsioni del gruppo industriale sarebbero – sul medio periodo, dunque nei successivi 3-5 anni – positive, grazie a un valore della produzione più alto e, al tempo stesso, a una riduzione per quanto riguarda il costo dei servizi, materie prime e, in generale, spese di produzione.