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Modena, l’odissea delle visite specialistiche continua

Luca Gardinale
Modena, l’odissea delle visite specialistiche continua

Nessun appuntamento disponibile per dermatologia, neurologia ed ecografia all’addome: disagi per i pazienti

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Magari serve solo un po’ di pazienza. Parecchia pazienza, a dire la verità. Anche perché un conto è aprire tre volte al giorno il fascicolo sanitario, sperando nel colpo di fortuna, mentre andare tre volte al giorno in farmacia è un po’ più impegnativo (anche per il farmacista).

TANTI FATTORI
Al centro ci sono le visite specialistiche con il sistema pubblico in provincia di Modena, e in particolare la difficoltà dei cittadini a trovare un posto libero. Un problema legato a diversi fattori: il primo è senza dubbio la carenza di medici, il secondo la (legittima) propensione dei cittadini a rivolgersi al pubblico prima di valutare il privato, il terzo è la congestione nata nel periodo dell’emergenza sanitaria non ancora del tutto risolta.
Fatto sta che prenotare una visita specialistica con il pubblico è piuttosto complicato, soprattutto in alcuni settori, e a quel punto le scelte sono tre: armarsi di pazienza e riprovare più volte, confidando che si liberi un posto o vengano pubblicate nuove date in agenda, e in questo è favorito chi utilizza il fascicolo sanitario elettronico; l’altra possibilità è quella di rivolgersi al privato, ovviamente con una spesa molto diversa rispetto al pubblico, mentre l’ultima, la più problematica per la nostra salute, è quella di rinunciare e farsi visitare una volta in meno.

IL QUADRO
Detto questo, qual è la situazione attuale per le visite specialistiche in provincia?
Premettendo che si tratta di prime visite non a carattere di urgenza e che la situazione è quella di venerdì scorso (16 febbraio), abbiamo provato a prendere appuntamento per 13 tipologie di visite e prestazioni diagnostiche tra le più richieste.
Ebbene, per 8 di queste, semplicemente non era possibile prendere appuntamento, dal momento che l’agenda dell’Ausl non offriva alcuna data disponibile: si tratta della visita dermatologica, ma anche quella oculistica, quella otorinolaringoiatrica e quella neurologica.
Stesso risultato - niente appuntamenti - per la radiografia al braccio, per l’ecografia all’addome completo, un esame molto richiesto e frequente in diverse fasce d’età, così come per la tac al torace e la risonanza magnetica addome inferiore.

SI SPERA NELLA CANCELLAZIONE
Tutte queste prestazioni venerdì scorso non erano prenotabili, quindi chi ha provato deve tentare ancora, confidando in una cancellazione o nell’inserimento di nuovi appuntamenti nei giorni immediatamente successivi.
Non tutte le prestazioni però non sono prenotabili: per chi aveva bisogno di una visita pneumologica, venerdì scorso c’era posto il 29 febbraio al Policlinico, mentre per la visita chirurgica proctologica il primo appuntamento è per il 18 marzo a Mirandola. Anche la spirometria semplice si può fare, il 5 marzo a Pavullo.
Un’altra visita molto richiesta è quella odontoiatrica: secondo l’agenda Ausl di venerdì scorso, il primo appuntamento disponibile è per il 21 febbraio al Policlinico.
Chiudiamo la carrellata con la Tac al cranio senza mezzo di contrasto: l’appuntamento c’è, il 26 febbraio a Sassuolo. Su 13 tra le prestazioni più richieste, insomma, 8 non sono disponibili e 5 sì, con una data piuttosto a breve.

I NODI DELLA RETE
Una fotografia di un momento piuttosto difficile, soprattutto per certi settori, in cui trovare un appuntamento è davvero complicato: questo non significa che sia impossibile, ma serve una grande pazienza, oltre alla possibilità di aspettare per evitare di rivolgersi al privato.
Un sistema che senza dubbio favorisce chi è in grado di utilizzare il fascicolo sanitario elettronico, penalizzando di conseguenza le fasce più fragili, a partire dagli anziani, più in difficoltà con il sistema Spid e di conseguenza costrette a continui “viaggi” in farmacia alla ricerca di un appuntamento.
Va anche detto che non sempre la possibilità di rivolgersi all’intera rete Ausl è così accessibile. Pensiamo ad una persona anziana che abita in montagna che cosa significa doversi recare a fare un esame a Mirandola, e viceversa. Certo, sono esempi estremi, ma purtroppo all’ordine del giorno quando le aziende sanitarie ragionano in termini di risposta provinciale, che è un po’ diverso rispetto al distretto di appartenenza o anche solo a dover andare in città per un esame. Dover attraversare tutta la provincia per poter accedere ad un esame è un disservizio per tutti.
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