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Bonaccini: «Fine vita, rispettiamo la sentenza della Consulta»

Bonaccini: «Fine vita, rispettiamo la sentenza della Consulta»

Il presidente dell’Emilia-Romagna: «Zuppi lo ascolto sempre con interesse»

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Bologna «Il cardinale Matteo Zuppi è una delle persone che stimo e apprezzo di più, ogni sua parola va ascoltata sempre con grande interesse».

Lo premette il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, interpellato sulla discussa delibera regionale sul fine vita, mirata a permettere ai malati terminali anche di porre fine alla propria esistenza entro 42 giorni, che le opposizioni vogliono contrastare con un parere dell’Avvocatura di Stato e un ricorso al Tar. Incalzato sulle parole del presidente della Cei, l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, il quale ha detto al “Resto del Carlino” che è ingannevole normare per legge il fine vita, osserva Bonaccini: «Siamo di fronte a questioni che vengono definite temi etici, sui quali si sa come la penso. Anche nell’ambito degli stessi schieramenti politici, dico che bisogna avere rispetto e garantire il diritto a chiunque di avere un’opinione anche diversa. Mi sono espresso così quando c’è stato il dibattito in Veneto, con rischio di sanzioni per la consigliera del Pd. Dico guai a pretendere discipline di qualsiasi tipo di fronte a questioni come questa, che attengono alla sfera etica e personale».

Detto questo, continua Bonaccini, «le sentenze si applicano. C’è stata una sentenza della Corte Costituzionale, vorrei non lo dimenticasse nessuno. Va applicata e su questo principio non vedo chi possa eccepire, visto che siamo tutti per rispettare le sentenze. Il nostro obiettivo è quello di applicare la sentenza dell’alta Corte: non vogliamo vedere ciò che si è visto in altre regioni, dove cittadini in condizione di grande sofferenza inseguono le istituzioni o si rivolgono a un Tribunale per avere una risposta».

Poi, «è evidente che io mi aspetterei, come ho detto in questi anni e non solo in questi giorni, che venisse approvata- incalza Bonaccini- una legge nazionale. E la legge la dovrebbe fare il Parlamento. È proprio l’invito che la corte Costituzionale ha fatto, tra l’altro, ma siamo di fronte alla mancanza della politica e del Parlamento, non di altri. Stiamo aspettando da anni, però ancora una volta il Parlamento si è fatto scavalcare dalla Corte stessa. Sarebbe veramente surreale, eventualmente, avere 20 leggi regionali diverse».

Intanto, tocca alla Regione: «Comincerà in aula un percorso procedurale, che prevede la presa in carico, come sempre, del progetto di legge secondo le prassi e lo statuto regionali. L’aula si farà carico del procedimento ed io sono sempre molto rispettoso di quello che l’aula stessa valuterà, andando immagino prima in commissione. A chi teme tempi lunghi, dico che qui la risposta nel frattempo l’abbiamo data. Ci siamo presi la responsabilità, mettendo le nostre strutture sanitarie nella condizione di garantire un diritto del malato sancito dalla Corte Costituzionale, che prevede peraltro confini molto precisi. Per non lasciare sole tante famiglie, alle prese con situazioni drammatiche».

La Corte ha stabilito che la valutazione della sussistenza degli stessi criteri di applicazione del fine vita, ricorda ancora il presidente dell’Emilia-Romagna, «deve essere affidata a strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale: è esattamente quello che facciamo, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”.

Aggiunge il governatore dem: «Abbiamo istituto il Corec, che è il comitato regionale per l’etica nella clinica, tra i cui compiti ci sono la consulenza etica sui singoli casi, l’espressione dei pareri non vincolanti su singole richieste di suicidio medicalmente assistito e aspetti bioetici connessi ad attività sanitarie e sociosanitarie». Ancora, «abbiamo inviato alle aziende sanitarie linee guida con indicazioni operative per la gestione dei singoli casi, con l’aiuto di apposite commissioni di area vasta».

Il ricorso al Tar annunciato da Forza Italia contro la delibera dell’Emilia-Romagna sul fine vita? «Non temo alcunché, ci sono luoghi e Tribunali che devono esprimersi sui quali non mi sono mai permesso di esercitare alcuna pressione, nel rispetto pieno del diritto di questo paese. Noi siamo convinti di avere ragioni molto solide, altrimenti non avremmo fatto quello che abbiamo fatto».

Aggiunge sul punto Bonaccini: «Ho rispetto dell’ipotesi di ricorrere al Tar, che la consigliera Valentina Castaldini», di Forza Italia, «ha evidenziato. Mi aspetto altrettanta solerzia, visto che il suo partito sta governando il paese, su un appello al Parlamento e al suo Governo», punge il governatore dem.