Modena, Grasso rassicura sulla Maserati. «Entro il 2028 solo elettrico»
L’amministratore delegato annuncia il ritorno a regime nella seconda metà del 2024. I sindacati chiedono garanzie dopo la cassa integrazione, il Pd interroga Muzzarelli
Ripartire a pieno regime nella seconda parte del 2024.
Davide Grasso, amministratore delegato della Maserati, indica la direzione del Tridente.
Grasso vuole rassicurare gli oltre ottocento dipendenti Maserati a Modena, dove la casa automobilistica è nata 110 anni fa. Duecentoventi i dipendenti in cassa integrazione per tutto febbraio e a inizio marzo.
Una decisione legata alla produzione della MC20. Grasso ravvisa un ridimensionamento legato a due fattori: la situazione in Cina e il mercato negli Stati Uniti.
L'obiettivo
La Maserati intende accelerare sullo sviluppo elettrico senza rinunciare all’italianità e alla modenesità. Grasso alza ancor di più l’asticella rispetto a quanto dichiarato alla fine dell’anno scorso.
«Il nostro obiettivo è diventare il primo brand di lusso totalmente a zero emissioni entro il 2028 – ha raccontato l’amministratore delegato in un’intervista al quotidiano La Repubblica – Con due anni di anticipo rispetto ai nostri precedenti piani».
Intanto, i sindacati continuano a farsi sentire. Giovedì scorso si è tenuto un tavolo nella sede di via Ciro Menotti in vista della cassa integrazione con rappresentanti dell’azienda e dei sindacati.
«Non intendiamo accettare trasferimenti coatti», fa il punto Alberto Zanetti, segretario della Uilm. La delegazione che rappresenta i metalmeccanici per la Uil era presente all’incontro come le corrispettive di Cgil (Fiom) e Cisl (Fim).
Zanetti anticipa quali potrebbero essere le conseguenze della cassa integrazione. «Per tutto febbraio ci saranno zero ore di lavorazione – espone – Si è passati da ordini sufficienti per un mese a ordini bastanti per una settimana di lavoro con un calo pari al 75 per cento. A febbraio potranno lavorare i reparti di manutenzione e verniciatura e poco più. Parliamo di venti addetti su oltre duecento. Marzo sarà coperto con due settimane lavorative mentre su aprile non abbiamo notizie».
Le richieste
Quattro i punti per cui si battono i sindacati. Al primo posto, garanzie per i lavoratori in Maserati. Seguono ulteriori investimenti sull’atelier, per cui Grasso ha annunciato a La Repubblica l’impiego di circa 140 persone per con la missione di personalizzare le fuoriserie.
Al terzo posto i sindacati pongono le garanzie per i ratei a prescindere dai giorni di lavoro. Infine, i rappresentanti si dicono pronti a vedere di buon occhio l’accentramento dell’area Ricerca e sviluppo, ma senza esuberi né trasferimenti di personale.
La cassa integrazione in Maserati approderà giovedì prossimo nei banchi del Consiglio comunale a Modena. Il gruppo consiliare del Partito democratico interroga il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, chiedendo di salvaguardare un patrimonio di Modena.
Nell’interrogazione, a prima firma Alberto Bignardi, si parla dell’area di ricerca e sviluppo. «In un contesto in cui si stanno ridefinendo i centri di Ricerca & sviluppo, è fondamentale garantire che questa importante realtà legata alla ricerca e progettazione non subisca ridimensionamenti – scrive Bignardi nel testo – Questa realtà è fonte di ricchezza per Modena tutta».
Le cinque domande a Muzzarelli si possono sintetizzare a cinque quesiti: come può il Comune mitigare la cassa integrazione? A che punto è il piano industriale? Gli investimenti nella verniciatura sono confermati? Come preservare la continuità delle attività produttive a Modena? Come evitare ridimensionamenti nell’area Ricerca e sviluppo?