«Mezzetti? Decide il Pd di Modena, ma sarebbe un buon candidato»
Il segretario provinciale Solomita: «Vogliamo vincere al primo turno»
Modena Senza dubbio ha avuto un weekend di fuoco, ma non è che l’inizio della settimana sia stato uno scherzo, considerato che lunedì pomeriggio ha incontrato il sindaco Muzzarelli per parlare di candidati... Roberto Solomita, segretario provinciale del Pd, affronta i nodi principali del tortuoso percorso che il partito sta attraversando per arrivare alla scelta dei candidati a sindaco nei tre Comuni più grandi della provincia.
Segretario, per la scelta del candidato sindaco di Modena il nome più accreditato è quello di Massimo Mezzetti. Ci sono possibilità di chiudere su questo nome? Pensa che potrebbe essere un buon candidato?
«La scelta del candidato spetta al partito cittadino e alle voci autorevoli al suo interno, a partire da quella del sindaco Muzzarelli, e io non intendo interferire nel processo. Le caratteristiche che un buon candidato deve possedere, come ho sempre ripetuto, sono quelle di godere di un forte sostegno all’interno della nostra comunità politica e di riconoscibilità tra gli alleati e nelle forze sociali che si riconoscono nel centrosinistra. Rispetto a questi criteri, ritengo che Mezzetti sarebbe un buon candidato».
Ormai l’ipotesi primarie interne va verso l’archiviazione: è il partito, a partire dalla segreteria Schlein, che non le ha volute, o sono stati i quarantenni a non trovare la quadra? La vede come una sconfitta per la nuova classe dirigente del Pd?
«Le primarie non sono mai state un tabù, tanto che a Carpi ci saranno, ma neppure un totem, da farsi a ogni costo. Non siamo mai stati pregiudizialmente contro le primarie, ma queste, per avere senso, devono essere praticate all’interno di un quadro di agibilità politica ampia e condivisa. Non possono esaurirsi in una disputa nominalistica, come sottolineato recentemente anche da Francesca Maletti».
Per qualcuno, l’ipotesi di un candidato esterno al percorso è una sorta di commissariamento del partito cittadino. Cosa ne pensa?
«Su Modena sarà Modena a decidere. Qualsiasi opzione di candidatura dovrà passare e passerà per il più stringente vaglio democratico degli organismi dirigenti della città. Quindi non esistono ipotesi di candidati imposti dall’esterno».
Questo travagliato percorso è stato decisamente influenzato dalle posizioni lontane tra i due big, Muzzarelli e Bonaccini. Pensa che sarà possibile arrivare compatti alla campagna elettorale?
«Gian Carlo e Stefano sono due personalità forti del nostro partito, che hanno raggiunto la loro autorevolezza e popolarità anche perché sanno che c’è un tempo per ogni cosa: quando è l’ora delle discussioni e quando, invece, arriva il momento di unire le forze e battersi per una causa comune. Quel momento è indubbiamente arrivato. Modena merita l’impegno congiunto di tutti, tutto l’impegno e la serietà di cui siamo capaci».
E poi ci sono le... secondarie: pensa che vincerete le elezioni a Modena il 9 giugno?
«Senza arroganza né presunzione, e senza dare nulla per scontato, credo che potremo farcela. Anche al primo turno. Naturalmente, occorrono proposte all’altezza, e candidati in grado di essere rappresentativi di un’ampia coalizione di forze politiche e sociali. Ma è proprio quello per cui stiamo lavorando senza sosta».
Coalizione: a che punto è il percorso con gli alleati in città? Conta di avere anche il M5S dalla vostra parte?
«Le forze dell’attuale maggioranza sono compattamente affiancate a noi in questo percorso, e l’interlocuzione è aperta anche con le altre realtà: sia con il centro moderato che con le altre, che fanno parte del tavolo dei progressisti pur non essendo parte dell’attuale maggioranza fino al Movimento 5 Stelle compreso».
Un’altra situazione delicata è quella di Carpi: le primarie Righi-Taurasi rischiano di spaccare il partito?
«Come si diceva in precedenza, le primarie a Carpi sono sempre state un percorso auspicabile, perché si confronteranno due figure e dunque due idee di città compatibili ma complementari. I due candidati hanno già dichiarato, in più occasioni, la loro stima reciproca, dunque non vedo particolari rischi, anche se è ovvio che tutti abbiamo la responsabilità di gestirle non come competizione divisiva, ma come strumento utile ad allargare la partecipazione e a stimolare il confronto di idee e proposte».
A Sassuolo c’è una situazione opposta, con il centrodestra al governo, ma spaccato sul candidato sindaco, e il centrosinistra che potrebbe approfittarne, anche se partite in svantaggio...
«Le plateali divisioni nel campo del centrodestra, con il sindaco messo quotidianamente in discussione dalla sua stessa maggioranza, e la prova mediocre nell’amministrazione della città ci mettono nelle condizioni di proporre al sassolesi un’alternativa credibile per una migliore gestione della comunità, che Sassuolo merita ormai da tempo».