Castelfranco, così rinascerà Villa Sorra
Procedono i lavori del primo stralcio del progetto di riqualificazione, dal restauro degli affreschi al giardino. E nei prossimi mesi partiranno le visite guidate
Castelfranco Tra la fine del 1600 e l’inizio del secolo successivo, Francesco Sorra e il suo secondogenito, il conte Antonio, decidono di costruire una villa in mezzo a svariati ettari di terreno, che prenderà il nome di Villa Sorra.
UNA STORIA SECOLARE
La stirpe aveva grandi doti commerciali, e si era qualificata, tra Modena e Bologna, come una delle realtà più importanti nel settore. Quegli appezzamenti videro, così, un’importante cambio di paradigma: da terreni prevalentemente agricoli, si tramutarono perlopiù in un paradiso artistico. Il tutto in un lasso di tempo particolarmente lungo, con dieci anni necessari per la costruzione della villa e altri venti per il giardino. Al centro del complesso sorge appunto la villa, costruita su progetto di Giuseppe Antonio Torri. L’edificio, a pianta quadrata costituito da un corpo centrale sovrastato da un’altana, aveva originariamente un più accentuato volume piramidale dovuto alla presenza di un torrino esagonale che però fu demolito nel dopoguerra e mai più ricostruito.
Interessante è anche la storia del giardino: realizzato nel Settecento assecondando gli schemi formali dell’epoca, nella prima metà dell’Ottocento, grazie all'intervento della marchesa modenese Ippolita Levizzani, la moglie del proprietario dell’epoca, viene ristrutturato secondo le nuove regole compositive del giardino all’inglese che si andavano diffondendo in quegli anni.
NEL 1972 DIVENTA "PER TUTTI"
Un paradiso, dunque, divenuto pubblico nel 1972. Oggi Villa Sorra è infatti proprietà di quattro comuni del Modenese: nel 1983 la Provincia di Modena cedette la propria quota al Comune di Castelfranco e ora la titolarità del bene è suddivisa tra i Comuni con quote del 48% per Castelfranco, 31% per Modena, 14% per Nonantola e 7% per San Cesario.
IL SISMA DEL 2012
Altro salto temporale. L’anno è il 2012, i mesi quelli di maggio e giugno. L’Emilia viene colpita dal sisma. Nel dicembre del 2013 si sono conclusi i lavori che hanno permesso la decadenza delle ordinanze di inagibilità per tutti gli edifici, ma, facendo di necessità virtù, l’amministrazione guidata da Giovanni Gargano – che si è insediata nel 2019 – ha deciso di investire per una riqualificazione completa. Tre stralci, di cui il primo iniziato lo scorso gennaio e che ha finanziato con sette milioni di euro il cantiere, che puntano «a regalare alla comunità un pezzo importante della nostra storia», spiega l’assessore con delega al patrimonio Remo Mezzetti. L’idea, aggiunge il sindaco di Castelfranco Giovanni Gargano, «è quella di valorizzare un gioiello tutto castelfranchese».
VIAGGIO NELLA VILLA
Ad aiutare, senza dubbio, il contesto: entrati dentro la villa, notiamo subito affreschi realizzati tra Settecento e Ottocento che risultano autentici capolavori, pienamente armonici con il “paradiso sorriano”. Per scoprirli è necessario un lavoro certosino, che gli operai del cantiere, congiuntamente all’ausilio della Soprintendenza, stanno conducendo. Ma balza all’occhio anche un'architettura geniale e funzionale alle falde del sottosuolo, con una cantina in cui si producevano distillati e che, parallelamente, aveva lo scopo di drenare eventuali piene d’acqua. Usciti dalla villa, ecco il giardino: 15 ettari di terreno, 200 statue circa e una cura che, pur essendo attualmente presente un cantiere, è particolarmente dettagliata. Importante citare anche un piccolo dehors naturale in pietra, che si affaccia su un laghetto artificiale e che regala picchi di romanticismo difficilmente replicabili. Il merito dell’ottima condizione in cui versa la villa è della responsabile della struttura, Diana Neri, che, in lungo e in largo, ci descrive tutto. È orgogliosa mentre ci guida nel gioiellino castelfranchese. Non potrebbe essere altrimenti: si tratta di un unicum «che ha le potenzialità per diventare un hub culturale e gastronomico».
LA VILLA PRONTA A RINNOVARSI
Nel progetto di ristrutturazione, in particolare del secondo stralcio che ha già un progetto esecutivo ma a cui, per ora, non sono arrivati i fondi, è infatti previsto l’inserimento di un ristorante nello stabile che ospitava le scuderie. Accanto a ciò, sarà completata la pista ciclabile Modena-Villa Sorra, oltre a una serie di parcheggi che permetteranno, a cittadini e turisti, di godersi a pieno la struttura. Villa Sorra diventerà così, tra le altre cose, una location per matrimoni. Ma, al tempo stesso, sarà aperta a turisti e cittadini, con una limonaia che d’estate sarà adibita a luogo per congressi ed eventi mentre, in inverno, tornerà alla sua funzione.
I LAVORI
Nei prossimi mesi partirà anche la ristrutturazione della Casa del custode, un piccolo stabile in prossimità dell’entrata “modenese” della villa. Già, perché dall’atrio principale della struttura il gioco prospettico è formidabile: da un lato si intravede la provincia bolognese, dall’altro quella dei cugini che gli hanno sottratto la Secchia rapita. Quasi come fosse una dogana costruita, però, in un momento storico in cui da un lato c’era il ducato estense e, dall’altro, lo Stato Pontificio.
La consegna del primo stralcio del cantiere è fissata a metà del 2025, con i lavori che sono attualmente in orario. Ma, ed è questa la grande novità, a partire dalla primavera del prossimo anno, marzo o aprile, dovrebbero iniziare le visite guidate. Uno strumento in più fornito a cittadinanza e turisti per riassaporare, ora più che mai, il gioiello di Villa Sorra.