Modena, aumenti nelle case di riposo: da gennaio 1500 euro in più all’anno
La Regione approva il rincaro: la retta passa da 50 a 54,10 euro al giorno
MODENA. Un aumento ormai inevitabile, visto che le rette erano ferme da 15 anni, ma forse proprio per questo un po’ troppo corposo, perché le famiglie si troveranno a spendere quasi 1500 euro in più al mese: in sostanza, una sorta di “tredicesima”, visto che l’ammontare dell’aumento anno equivale a una mensilità. Un ritocco che riguarda un servizio sempre più importante, quello delle Case residenza per anziani e dei Centri socio-riabilitativi residenziali per disabili: la decisione della Regione, che stabilisce le rette per i centri accreditati, è arrivata nei giorni scorsi, e sarà valida a partire da gennaio 2024.
Ma a quanto ammonteranno dunque gli aumenti? Come stabilito dalla giunta regionale, le rette passeranno da 50 a 54,10 euro al giorno, con un rincaro di 4,10 euro, che equivale all’8,2%. Un aumento che significa che ogni famiglia modenese che ha una persona in una Cra o un Csrr spenderà 123 euro in più al mese e 1476 all’anno, praticamente una mensilità in più.
Una decisione non condivisa dai sindacati: «La Regione - attaccano le sigle dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil - ha deciso, in modo unilaterale di aumentare di 4,10 euro al giorno le rette a carico di anziani e disabili, ed evidentemente delle rispettive famiglie, per tutti coloro che sono ricoverati nelle strutture residenziali, le nostre case protette per le persone non autosufficienti».
Secondo Cgil, Cisl e Uil, dunque, si tratta «di una decisione inaccettabile, non condivisa dalle organizzazioni sindacali, che nel confronto con la Regione hanno affermato che l’aumento delle rette a carico dell’utenza era possibile solo se legato alle nuove regole che si stanno discutendo sull’accreditamento sociosanitario. Inoltre, abbiamo sempre affermato che un possibile aumento avrebbe dovuto essere contenuto, e quindi ben al di sotto di quello che la Regione ha deliberato, perché le condizioni sociali delle famiglie in questi anni di crisi economica, prezzi energetici alle stelle, inflazione a due cifre, pensioni e stipendi bloccati, sono peggiorate. Era davvero necessario procedere in questo modo - chiedono i sindacati - e dare un colpo alle tasche delle persone ricoverate o delle loro famiglie, con un aumento che per gli anziani vale 123 euro al mese, senza nessuna garanzia di migliorare la qualità dei servizi? Noi pensiamo assolutamente di no, e la Regione se ne assumerà tutta la responsabilità». Le sigle dei pensionati chiudono quindi facendo notare di aver proposto «di valutare l’introduzione dell’Isee al fine di graduare un possibile aumento in base alle condizioni economiche degli ospiti ricoverati e delle loro famiglie, nel caso compartecipi. Anche questo non è stato preso in considerazione, ma pensiamo che sia necessario riproporre il tema per creare maggiore equità ed evitare fenomeni crescenti di morosità: gli enti locali non ha nulla da dire sull’aumento delle rette? Una decisione grave - chiudono - che mette in discussione il corretto svolgimento del confronto con le organizzazioni sindacali che non si sono mai sottratte a un confronto di merito».