“Ferrari” promosso dai modenesi: «Che bello vedere la nostra città»
La pellicola di Michael Mann non delude le attese: «Impossibile non emozionarsi»
MODENA. Centotrentuno minuti di Modena, tra corse, scorci e drammi: nel giro di due giorni la pellicola di Michael Mann, “Ferrari”, ha invaso le sale della città. E ovviamente i veri protagonisti del film, i modenesi, non potevano mancare al “tête-à-tête” con Hollywood.
FERRARI E MODENA, BINOMIO VINCENTE
Sorrisi, sguardi innamorati, sopracciglia corrugate: si intravedono queste espressioni in mezzo al fiume di persone che scendono dalle scale del cinema Victoria. Si è conclusa la prima proiezione di ieri e ognuno si è fatto un’idea diversa. «Sono un tifoso della Ferrari, amo la Formula Uno: non potevo mancare, soprattutto dopo aver visitato tutti i luoghi più celebri della Ferrari – racconta Francesco, che indossoa un cappellino rosso dal logo piuttosto riconoscibile – Tra luoghi e storia mi aspettavo che Mann facesse un po’ l’equilibrista. Aspettative pienamente soddisfatte».
FILM CHE PIACE ANCHE ALLE COPPIE
Nonostante la storia, Modena rimane la costante, la vera protagonista: «È stupendo vedere riconosciuta su una pellicola l’importanza della propria città – commenta Luca, con le immagini del centro storico ancora riflesse sulle pupille – dagli scorci meno conosciuti fino ai grandi luoghi del centro storico: un’emozione». E che non si dica che non è un film per le coppie: Alberto e Francesca escono mano per mano, spiccano i sorrisi. Tanto più dopo essere riusciti a superare la corsa ai posti: «Abbiamo prenotato sabato scorso e i posti migliori non c’erano già più, ma ci accontentiamo di esserci. Non ci eravamo fatti delle grandi aspettative ma è stato meglio di quello che potessimo pensare, soprattutto per la componente drammatica. Hanno puntato molto sul pathos, anche a livello di contenuti: è impossibile non emozionarsi».
AL CINEMA ANCHE LE... COMPARSE
C’è poi chi il film di Mann, da quando è comparso nelle sale di Modena, l’ha già visto tre volte. Anzi, quattro, contando l’anteprima a Venezia. Ma anche la prima visione non è stata nulla in confronto ai sei mesi trascorsi sul set a far parte delle riprese. Eppure, anche se il film ormai lo conosce bene, non può mancare alle proiezioni nella propria città: «Io e mio nonno abbiamo un’officina di auto d’epoca: quando ne abbiamo prestate un paio a Mann per le riprese mi ha notato e sono subito stato ingaggiato come comparsa – racconta Carlo Orlandi dopo sei mesi da favola, trascorsi tra i ciak di Mann e le battute di Dempsey, da Modena fino al Gran Sasso – Le riprese si rifacevano almeno 15 volte ognuna, il regista voleva essere molto preciso. Ho girato tra Torino, Brescia, Modena: le scene sul Gran Sasso però rimangono le migliori». Anche il nonno Romano, con gli occhi che brillano di orgoglio, è entusiasta: «Un film stupendo. E che macchine, specialmente le nostre! Le scene sul Gran Sasso lasciano a bocca aperta».
Insomma, una pellicola più che apprezzata nel complesso, soprattutto per la presenza di un vero fiore all’occhiello. Modena, in tutti i suoi dettagli, dalle automobili alle stradine ciottolate, fino alla sua storia e a quella di Enzo Ferrari, ha dimostrato di saper regalare emozioni uniche: «L’aspetto che ho apprezzato di più – commenta Salima – è che nelle pellicole biografiche c’è spesso la tendenza ad eccedere nelle lodi. Questa volta invece siamo di fronte a un ritratto realistico, sia del personaggio, che della preziosità della città».