Sassuolo. Il Pd sprona l’amministrazione: «Servono più zone 30 in città»
Chiesta una banca dati con incidenti, smog e “sosta selvaggia”
MODENA. Estendere le “zone 30” a Sassuolo, mappando sia i livelli dell’inquinamento sia gli incidenti stradali.
Il Partito democratico cittadino accelera con le proposte per far rallentare la velocità ai sassolesi.
La sterzata più recente è un ordine del giorno firmato dai consiglieri Pd Serena Lenzotti, Mimma Savigni e Matteo Mesini. Il testo è indirizzato al sindaco Gian Francesco Menani e sarà presentato nel prossimo Consiglio comunale.
I consiglieri del Pd precisano che le strade con il limite fissato a trenta chilometri orari sarebbero da decidere insieme a tutti i portatori d’interesse sulla mobilità.
Due i modelli indicati in città: piazza Grande e via Cavallotti. Il Pd invoca poi una campagna per controllare e multare gli eventuali trasgressori, lavorando in sinergia con la Polizia locale.
Non è l’unica novità proposta dal Pd. I tre consiglieri domandano infatti la creazione di una banca dati a più livelli. Una sorta di “mappa” in cui compaiono al fianco delle strade altri parametri, quali gli incidenti stradali, i dati sull’inquinamento, sul traffico, sulle multe e un elemento destinato a fare discutere: la “sosta selvaggia”.
La banca dati nella proposta non è fine a se stessa. L’obiettivo è infatti confrontare i dati ottenuti dopo l’eventuale introduzione delle “zone 30” con quelli precedenti. In tal modo, per i consiglieri si possono apportare ulteriori elementi per migliorare i livelli di sicurezza.
Lenzotti, Savigni e Mesini indicano realtà internazionali da cui Sassuolo può trarre spunto per ampliare le “zone 30”. L’elenco include tre città francesi (la capitale Parigi, Grenoble e Lilla), la capitale belga (Bruxelles), quella finlandese (Helsinki) e quella britannica (Londra).
Lungo il Tamigi 19 municipi su 32 (più della metà) hanno adottato il limite delle venti miglia orarie, pari a circa 32 chilometri all’ora.
La lista dei consiglieri include la Spagna con Bilbao e Valencia, l’Austria con Graz e la Svizzera con Zurigo.
I consiglieri ricordano il progetto “Bologna città 30” approvato dal Comune capoluogo dell’Emilia Romagna. Non compare però Vignola, dove proprio lo scorso ottobre sono partite due sperimentazioni: l’una nella zona di via della Resistenza, l’altra invece a Brodano.
I consiglieri sperano in un accordo con la maggioranza. «La sicurezza delle persone è una responsabilità di tutte le amministratrici e gli amministratori, nessuno escluso – la sottolineatura – Se la velocità di trenta chilometri orari è sinonimo di maggiore sicurezza non può più essere pensata nella logica delle “zone”, in quanto significherebbe certificare che alcuni cittadini vivono in aree sicure e altri in aree meno o poco sicure. I bambini e le bambine, per alcuni versi, e le persone anziane, per altri, sono i primi beneficiari di misure per rendere più sicure le strade urbane». l
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