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Violenza e sicurezza in città

Modena, in un anno aggrediti 58 poliziotti

Modena, in un anno aggrediti 58 poliziotti<br type="_moz" />

Lo denuncia il sindacato Siulp: «Ben 47 operatori hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. Servono più agenti e condanne. Solamente così si possono tutelare forze dell’ordine e cittadini»

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«La cronaca quotidiana ci racconta continuamente di episodi di violenza di ogni tipo: nei confronti di cittadini, commercianti, personale sanitario, capotreni e soprattutto forze dell’ordine»: sono le parole di Roberto Butelli, segretario provinciale Siulp, il sindacato che si occupa dei lavoratori della polizia. Aggressioni che riguardano anche il Modenese, sono addirittura 58 le violenze verso i soli agenti della polizia di Stato in un anno.

«Minacce, danneggiamenti, percosse e lesioni ormai sono all’ordine del giorno, in un crescendo continua. Nel 2022 le aggressioni alle forze dell’ordine in tutta Italia sono stati circa 2700, in aumento rispetto al 2021: oltre il 36% di questi attacchi è stato commesso da cittadini stranieri. La polizia di stato ha subìto la maggior parte delle aggressioni con quasi 1300 episodi».

Detto di quanto accade nel Paese è doveroso tornare su quando accade a Modena e provincia: «A livello locale – continuano dal Siulp – non siamo da meno visto che le statistiche ci parlano negli ultimi 12 mesi di 58 violenze a personale della polizia di stato con 47 operatori che hanno riportato lesioni certificate, a volte anche superiori ai 30 giorni di prognosi. A questi vanno naturalmente aggiunti gli attacchi a carabinieri e polizia locale. Infine vanno aggiunte tutte quelle lesioni lievi per le quali, molto spesso, i poliziotti non si fanno refertare a causa della farraginosa e lunghissima procedura burocratica prevista per poter rientrare in servizio».

Butelli e il sindacato tengono, quindi, a precisare un aspetto in particolare: «Insistiamo sulla carenza di personale, primo e fondamentale tassello per fare controllo del territorio, attività repressiva, ordine pubblico ed investigazione, ma la certezza e l’immediatezza della pena sono altrettanto fondamentali se si vuole debellare questa preoccupante spirale di violenza della nostra provincia. L’ordinamento giuridico, oltre a prevedere la presunzione dell’innocenza sino a processo concluso, dispone che anche con condanne definitive a 4 anni non si vada in carcere, ci ritroviamo per strada anche delinquenti abituali che hanno più e più volte commesso reati con violenza, che risultano essere quelli che maggiormente preoccupano i cittadini. E quindi – rincarano – furti, minacce, percosse e lesioni, danneggiamenti, invasione di terreni o edifici, interruzioni di pubblico servizio, truffa ed altri reati predatori non prevedono il carcere, almeno nell’immediatezza, in compenso, prevedono una corposa attività burocratica da parte dei poliziotti che devono procedere alla denuncia o arresto dell’autore del reato, tenendo ferme le pattuglie ore e ore».l

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