Voto a Modena. Ori (Pd): «Programmi prima dei nomi, nessuno è indispensabile»
Il tesoriere sulla corsa alle primarie per il 2024
Tre temi: sanità, lavoro e immigrazione. Su questi bisogna dialogare per costruire una nuova alleanza, il cosiddetto campo largo. Domenica scorsa, alla Festa dell’Unità all’Ippodromo - terminata ieri sera - si è tenuto un confronto tra il deputato dem Andrea De Maria, la parlamentare pentastellata Stefania Ascari e la consigliera regionale di Italia Viva Giulia Pigoni. A moderare Maria Costi, sindaco di Formigine e vicesegretaria provinciale del Pd.
Come detto, lo scopo è quello di unirsi anche e soprattutto grazie alle differenze, sviluppando un dibattito interno che porti l’area politica del centrosinistra verso un’alleanza in vista delle prossime elezioni. Lo sottolinea bene Di Maria: «I cittadini, a giugno, andranno a votare per amministrative, europee e, in alcuni casi, regionali. Andare uniti in alcune partite e separati in altre significa creare confusione, con il rischio di uscirne sconfitti». Serve tutelare, secondo De Maria, «il sistema pubblico-universalistico, sostenendo la proposta regionale di portare la spesa pubblica per la sanità, in relazione al Pil, al 7,5%». Per Ascari «siamo messi malissimo: il modello lombardo, quello che pare il governo voglia seguire, privilegia chi paga». Per Pigoni «è importante sostenere il progetto regionale, anche alla luce della nuova riforma di emergenza-urgenza».
Ma è sul capitolo lavoro che le forze politiche si differenziano notevolmente. Mentre Ascari definisce «pessima» la gestione del governo Meloni, che ha «di fatto abrogato il Reddito di cittadinanza, con il nuovo codice degli appalti favorito il caporalato, e, da ultimo, definito i poveri come “falliti”», De Maria pone l’accento sul salario minimo: «È una proposta utile che sta unendo le opposizioni. Ma bisogna far prevalere la discussione, in funzione poi di un ampio accordo, tra mondo delle imprese e dei lavoratori». Interpellata sul tema, è la consigliera regionale di Italia Viva a non usare mezzi termini: «Il reddito di cittadinanza andava smantellato, perché i controlli non sono stati fatti e i navigator hanno falliro».
Un tema, quello delle alleanze, che è stato al centro dell’assemblea provinciale del Pd che si è tenuta domenica alla Festa: «Il Pd - ha detto il segretario Roberto Solomita - è pronto al percorso che lo porterà alle amministrative, partendo da alleanze ampie e senza pregiudiziali per tutte le forze progressiste, dal centro al M5S, senza dimenticare le esperienze civiche, ambientaliste e della rappresentanza economica e sociale. Tutti questi contenuti e valori dovranno poi trovare espressione in candidati all’altezza, selezionati, se ve ne sarà necessità, anche attraverso primarie aperte di coalizione, perché, come ha detto anche Stefano Bonaccini proprio qui alla Festa, un grande partito, per essere tale, deve essere plurale. Questo è un percorso, voglio ribadirlo con la massima chiarezza possibile, che parte dai contenuti, prima, e soltanto in seconda battuta arriva ai nomi».
A proposito di nomi, all’assemblea ha preso la parola Francesco Ori, tesoriere del partito e uno dei possibili candidati alle primarie a Modena (in sala non c’era Andrea Bortolamasi, mentre Andrea Bosi non è intervenuto). Dopo aver ringraziato i volontari, Ori ha fatto un passaggio sulle amministrative: «Ricordiamo, sempre, che il miglior modo di superare la discussione sui nomi è lavorare sul programma, sulle proposte che fanno capire qual è la nostra visione di città. A partire dalle politiche per la casa per gli studenti, per le nuove famiglie, per ripensare al nostro modo di vivere le relazioni nelle città di oggi e domani. Ricordiamoci - ha chiuso il suo intervento - che nessuno è indispensabile, di indispensabile c’è solo il partito. Teniamolo tutte e tutti presente nelle prossime settimane».
E mentre la festa ha chiuso i battenti ieri sera, il Pd sta terminando di fare i conti sugli incassi: la cifra (aggiornata a domenica sera) ha superato i 700mila euro, centrando così e superando le aspettative alla luce della versione ridotta della manifestazione.