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La protesta

Modena. Al parco Amendola chiude il Conad «Il quartiere si svuota»

Modena. Al parco Amendola chiude il Conad «Il quartiere si svuota»<br type="_moz" />

La preoccupazione dei residenti in via del Perugino

08 settembre 2023
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Scaffali vuoti, corsie semideserte, sconti sulle ultime rimanenze. Oggi è l’ultimo giorno di apertura per il Conad Amendola Sud, negozio di vicinato che serve il rione a sud-ovest del parco omonimo e che chiude i battenti dopo oltre quarant’anni di attività. Diversi residenti della zona ieri mattina si sono ritrovati in via del Perugino, davanti a questa struttura, per manifestare il loro dissenso per questa decisione, già paventata peraltro dai titolari prima delle ferie estive.

«Nel quartiere ci sono molti disabili e anziani, dove andranno a fare la spesa? Il Comune e il Conad devono dirci cosa ne pensano e garantirci che qui arrivi qualche altro negozio», spiega Cristina Martinelli, animatrice delle passeggiate serali nel parco Amendola Sud e una delle voci più agguerrite di questo gruppo spontaneo. Claudio Quartieri dell’associazione nazionale carabinieri, invece, sottolinea come questa imminente chiusura segua ad un peggioramento delle condizioni di vita nel rione. «Vediamo gente che dorme in giro, il parco di notte è terra di nessuno, i rifiuti sono in aumento. Non è più come qualche anno fa. Io sono referente del gruppo di vicinato di via Botticelli e la sera facciamo dei giri nel parco. Il rischio è che avanzi il degrado».

Alle preoccupazioni dei residenti cosa risponde il titolare della società che gestisce il negozio? Fabrizio Lazzaretti da 18 anni lavora in via del Perugino, dove il Conad dava lavoro a cinque persone: tutte hanno già trovato un’altra occupazione in negozi della catena ma non solo. «Qui Conad è da vent’anni che dà un servizio alla zona senza avere niente in cambio. Anche tra coloro che protestano – afferma – ci sono persone che in questi anni non sono sempre state clienti del mio e di altri negozi ora chiusi: forse non saremmo altrimenti in questa situazione. E vendendo solo pane e latte non si fanno gli incassi».

Questo negozio di 250 metri quadrati di superficie (più 300 di magazzino in buona parte interrato) non è dunque oggi più sostenibile economicamente per i gestori. Inoltre l’edificio che lo ospita avrebbe bisogno di lavori di ristrutturazione dal costo non indifferente. Intanto gli ultimi clienti continuano ad entrare; gli sconti al 30% allettano ma gli scaffali sono in buona parte vuoti, il latte non c’è più. Lunedì arriveranno i camion del Conad a portare via ciò che si può ancora rivendere. La luce del negozio, peraltro una delle poche ancora accese in questo centro di vicinato, si spegnerà. Resistono qui una pizzeria, una libreria, un negozio di giocattoli e poco altro.

Un modello, quello dei centri di vicinato, entrato in crisi con l’affermarsi degli ipermercati, dei discount, della spesa online. Fabrizio Lazzaretti conferma però che diversi possibili nuovi affittuari hanno visitato la struttura di vendita in questi giorni. Questo spazio commerciale avrà ancora un futuro?