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La svolta

Carpi. L’Università diventa realtà «Ma il cantiere non è finito»

Gabriele Canovi
Carpi. L’Università diventa realtà «Ma il cantiere non è finito»

Lunedì 18 settembre iniziano le lezioni nel nuovo Tecnopolo

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Lì dove, un anno esatto fa, non c’era niente, oggi c’è una nuova sede universitaria, la prima nella storia di Carpi, realizzata in 365 giorni. Lì dove c’era una distesa di verde, oggi ci sono aule, banchi, laboratori e domani – o meglio, da lunedì 18 settembre – ci saranno gli ingegneri del futuro, arrivati a Carpi anche dall’India e dal Pakistan. E poi convegni, conferenze e collaborazioni con oltre 60 aziende da tutto il modo. C’era un progetto, ambizioso e agli occhi di molti forse irrealizzabile, che finalmente è diventato realtà: l’Università a Carpi è realtà. Con un piccolissimo “ma”: i lavori, infatti, non sono ancora finiti e andranno avanti ancora «per settimane», come sottolineato dal presidente della Fondazione Mario Arturo Ascari. È sempre lui, poi, ad ammettere che «fino a 10 giorni fa non avevamo le autorizzazioni per partire» e che «era già pronto un piano B». Quei via libera, però, sono arrivati e il nuovo corso di laurea magistrale in Sustainable Industrial Engineering (energia industriale sostenibile) può decollare.

Nato dalla collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio Carpi, Università di Modena e Reggio e Comune di Carpi, il corso (interamente in inglese) partirà il 18 settembre con la prima campanella e il primo “appello”, grazie al maxi-investimento di 21 milioni di euro fatto dalla Fondazione (il più alto della su storia). Ad accogliere gli studenti – oltre 40 quelli da India, Pakistan, Stati Uniti e Africa che si sono già pre-iscritti – ci sarà il nuovo Polo Universitario, un ampio e moderno spazio multifunzionale concepito e realizzato per accogliere e favorire la contaminazione tra più attività riferite a sviluppo e innovazione: quella didattico universitaria, erogata dal nuovo corso di laurea magistrale; l’attività di ricerca e quella di trasferimento tecnologico al tessuto produttivo, per le quali è già stata istituita un’apposita commissione di specialisti; ed infine la diffusione culturale attraverso eventi di divulgazione scientifica a cittadini, realtà scolastiche e formative.

La forte presenza imprenditoriale connessa al corso di laurea consente una didattica attraversata da seminari con i professionisti del mondo del lavoro, attività laboratoriali su specifiche applicazioni di interesse industriale, iniziative nelle imprese e team working su progetti da queste proposti, stage formativi di 6 mesi volti all’occupazione e scenari reali. Il piano di studi, progettato da Unimore, è stato concepito per affiancare ai contenuti propri dell’ingegneria meccanica e industriale le tematiche innovative volte alla transizione verso la sostenibilità, richieste dalle aziende, e per fornire competenze in ambito di robotica, automazione industriale, materiali innovativi e intelligenza artificiale.

Questi sono anche giorni di pre-iscrizioni e gli studenti, come avviene per tutte le lauree magistrali, hanno tempo per presentare le domande fino a fine dicembre, ma «l’attività didattica – sottolinea Paolo Tartarini, professore ordinario di Fisica Tecnica Industriale di Unimore e Referente del corso di laurea – richiederà un percorso di 3 anni per arrivare a pieno regime».

Alla presentazione del corso anche il sindaco Alberto Bellelli, che si è sbilanciato sul futuro volto dell’Oltreferrovia: «C’è un parco in costruzione – ha detto – e c’è un nuovo sottopasso che verrà aperto proprio due giorni prima dell’inaugurazione del Tecnopolo. Con l’abbattimento dell’ex Consorzio, chiunque, uscendo dal sottopasso potrà ammirare il Polo universitario. Dalla stazione si potrà quindi arrivare direttamente all’Università grazie a un percorso ciclo-pedonale ristrutturato e, appunto, all’allungamento dello stesso sottopasso. Stiamo lavorando anche per mettere telecamere di videosorveglianza e gli alberi verranno piantati a novembre 2024. In generale, questo è un comparto in forte crescita, che stiamo completando e che sarà collegato con il resto della città. L’università non rappresenta solo un bel campanile, ma colloca Carpi nello spazio e nel tempo portando in città un corso di laurea contemporaneo». «È un sogno che si avvera – chiosa Ascari della Fondazione – ma anche il progetto più ambizioso, e oneroso, della nostra storia. L’Università è frutto di un’importante sinergia tra più soggetti. Racconto un aneddoto: fino a pochi giorni fa non sapevamo se saremmo riusciti a partire davvero, ci mancava ancora qualche “carta” e abbiamo dovuto pensare anche a un piano di emergenza. Poi, ovviamente, sono arrivate. L’investimento? Il più alto in 30 anni di storia, complice anche l’aumento dell’8% rispetto al costo iniziale. Alla fine, abbiamo speso 15 milioni per il Tecnopolo e 6 per coprire i costi della didattica per i prossimi 15 anni, così da assumere giovani ricercatori di tipo “B” che in futuro diventeranno professori associati di ruolo. È solo un dettaglio, ma fa capire come il nostro progetto sia a lungo termine: vogliamo garantire la continuità».