Novi. «Un filo di ferro conficcato nel collo: sono vivo per un solo millimetro»
Andrea si è ferito tagliando l’erba con il decespugliatore, sfiorata la trachea: «Subito pensavo a una spina. Ho chiesto a mia madre cosa avessi: è quasi svenuta»
Novi «Sono vivo per meno di un millimetro: se quel filo di ferro mi avesse lacerato la trachea, ora non sarei qui a raccontare ciò che mi è successo». Andrea, ferito da un filo di ferro che gli si è conficcato nel collo mentre tagliava l’erba, parla dal letto dell’ospedale di Baggiovara: dopo una notte ricoverato in Terapia intensiva, è stato operato e ora è fuori pericolo.
La paura per quell’incidente «di cui non mi sono ancora spiegato la dinamica» sta «lentamente svanendo» e ora il 23enne trova anche il tempo di scherzarci su e prendersi in giro: «Guardando a quel pezzo di ferro insieme ai medici abbiamo pensato subito a Frankenstein: ci assomigliavo! – esclama con la voglia di provare a sdrammatizzare – Poi abbiamo virato sull’idea di uno strano piercing. Battute a parte, mi sento fortunato e se ripenso a quegli istanti mi torna la paura. Sono stati momenti difficili e i medici mi hanno detto: “Sei un miracolato Andrea”. Voglio ringraziarli, dagli operatori del 118 arrivati dopo l’incidente fino all’équipe medica, tutte persone fantastiche».
Parole, queste, che assomigliano a un sospiro di sollievo dopo la paura, l’arrivo del 118 e il viaggio in elicottero con un filo di ferro di otto centimetri conficcato nel collo: «Ero in giardino – ricorda il 23enne – e stavo tagliando l’erba con il decespugliatore quando, dalla rete della siepe, è schizzato un filo di ferro che mi ha trafitto il collo. Ho subito pensato alla spina di una rosa: avevo sentito una puntura. Così ho chiamato mia madre per chiederle cosa avessi sul collo: è quasi svenuta quando ha visto quel pezzo di ferro. Ma io stavo, diciamo, bene, non ho perso neanche una goccia di sangue. Un po’ spaventato, è vero, ma cosciente».
Da lì è partito l’allarme alla centrale operativa del 118 che ha inviato un’ambulanza da Carpi: «Poi, considerata la gravità – continua Andrea – è stato attivato anche l’elicottero. Li ho aspettati in cucina, seduto: la prima diagnosi mi è stata fatta al telefono. Dal pronto soccorso mi è arrivato un link e, in videochiamata, i medici mi hanno detto come comportarmi e cosa fare mentre aspettavo l’ambulanza». Arrivato a Novi, l’elicottero è atterrato a due passi dalla casa di Andrea, lo ha caricato ed è volato a Baggiovara: «Come prima cosa – spiega ancora il giovane – hanno messo in sicurezza il pezzo di ferro isolandolo con un bicchiere, per evitare che si muovesse. Poi, arrivato in ospedale, hanno misurato quanto fosse andato in profondità, ben cinque centimetri sugli otto totali. Ha sfiorato la trachea, i medici mi hanno detto che ho rischiato di morire. Quello che ancora non mi spiego è la dinamica: il filo di ferro ha penetrato il collo come se fosse stato lanciato da una cerbottana ad almeno un metro e mezzo di altezza; invece è partito dal basso. Il ferro deve essere prima rimbalzato da qualche parte, una carambola da cartone animato». Ora quel filo Andrea l’avrà sempre con sé: «I medici me l’hanno regalato dicendomi di conservalo come ricordo». l