100 al Tassoni, Vittorio Silenzi: «Prima dell’esame orale il massimo dello stress»
Il sogno nel cassetto è diventare ingegnere
Anche la maturità è tornata ad essere tradizionale, tra professori esterni e colloqui orali basati su documenti ignoti. Nel kit di sopravvivenza servono dedizione, fermezza ed anche un pizzico di fortuna. Non si direbbe, ma a confessarlo è proprio uno dei migliori studenti del liceo scientifico Tassoni: Vittorio Silenzi, che ha concluso il proprio percorso scolastico con il tanto ambito numero a tre cifre.
«Anche la preparazione più minuziosa può crollare di fronte ad una domanda inaspettata», comincia a spiegare il ragazzo. «I miei compagni ed io abbiamo dovuto affrontare con molta serietà la sessione di studio che comprendeva tutte le materie per soddisfare le aspettative che i professori riponevano su di noi. Il periodo più stressante di tutti, dunque, è stato proprio quello propedeutico al colloquio orale: ero sommerso da stress e contenuti da studiare. È stato tutto ripagato dal grande senso di libertà e leggerezza che mi ha travolto una volta concluso il ciclo delle tre prove». Il fine giustifica i mezzi: dopo tanti sforzi, il giovane studente ha concluso il proprio percorso con un gratificante 100.
«È stata un’enorme soddisfazione, per me e per tutti coloro che mi sono stati vicini durante questi cinque anni», asserisce Vittorio, e continua: «Ho dovuto mettere in conto che potesse anche andare male; una volta realizzato questo, ho dato il massimo. Tanti hanno preso voti immeritati per ansie da prestazione dell’ultimo secondo, ma ci sono stati anche punteggi esagerati per studenti che si sono limitati a fare una studiata matta durante gli ultimi giorni a disposizione. Io sono stato bravo, ma anche fortunato, lo ammetto».
«Non penso che il voto di maturità sarà determinante per il percorso di studi che andrò ad affrontare o per la mia vita in generale, ma se dovessi rifare questo percorso ci metterei la stessa dedizione, cercando sempre di impegnarmi il più possibile».
Parlando di futuro il ragazzo si lascia scappare anche qualche prospettiva: «Mi piacciono le materie scientifiche e mi piacerebbe continuare a dedicarmi a quelle. Ho già passato il Tolc-I: voglio diventare un ingegnere informatico. Sicuramente i primi tre anni li passerò a Modena, l’Unimore per il polo scientifico-sanitario si posiziona sempre molto in alto nelle classifiche nazionali. Non escludo di trasferirmi per la magistrale, magari anche all’estero. Sono aperto ad esperienze nuove», conclude Vittorio. l