Aimag, il timone in mano a Hera. «Ma la maggioranza resta pubblica»
Duro scontro nel Pd dopo il voto che ha fatto entrare il colosso bolognese nel cda. I sindaci di Terre D’Argine e Sorbara: «Non cederemo altre quote dei Comuni»
Qualcuno (San Felice) minaccia di lasciare l’Unione, mentre chi l’Area nord l’ha già lasciata (Mirandola) scomoda il termine “esproprio”. Fosse solo il centrodestra, però, i problemi sarebbero anche relativi: la questione è che ad attaccare sono anche e soprattutto i sindaci e i circoli del Pd, con una serie di bordate dirette alle Terre D’Argine e alla segreteria provinciale. Perché il day-after del cruciale voto per il futuro di Aimag è soprattutto il giorno in cui le decisioni prese dalla maggioranza dei soci della multiutility presenta il conto al Partito democratico.
Da giovedì sera, al termine dell’assemblea-fiume dei 21 soci pubblici, Aimag ha un nuovo cda in cui Hera (che già possiede il 25% delle quote) è rientrata con il consigliere Alessandro Baroncini, manager del colosso bolognese, mentre gli altri 4 membri rappresentano i Comuni, tagliando però fuori dalla rappresentanza proprio la Bassa (che ha rifiutato la presidenza al concordiese Alberto Papotti, poi scelto come vice). E così, all’indomani del voto, la rottura tra i dem delle Terre D’Argine e del Sorbara da una parte e quelli dell’Area nord dall’altra è arrivata all’apice, con parole durissime (approfondimento nell’articolo a fianco) rivolte dal circolo di Mirandola verso la segreteria provinciale, gestita dal sindaco di Soliera Roberto Solomita.
Ma quale futuro si apre dunque per la multiutility della Bassa? Al momento le quote di partecipazione di Hera restano ferme al 25%, mentre quello che è cambiato con il voto di giovedì sera è l’ingresso - che in realtà è un rientro, visto che negli anni passati i consiglieri erano addirittura due - di Hera nel consiglio di amministrazione, che apre a una governance della società indirizzata dal gruppo bolognese. Se infatti dal punto di vista della gestione del servizio tutti i soci sono convinti che Aimag rappresenti un “gioiellino”, è proprio sulla governance e sugli indirizzi strategici che i soci di maggioranza per la parte pubblica (Terre D’Argine e Comuni del Sorbara hanno insieme il 35% delle quote) sono d’accordo su una gestione indirizzata da Hera. Proprio in quest’ottica, al grande gruppo bolognese potrebbe andare anche il nuovo direttore generale di Aimag, anche se bisognerà passare per una selezione pubblica. Per quanto riguarda il Patto di sindacato, gli stessi soci di maggioranza (che effettivamente lo hanno già votato nei rispettivi Consigli) ribadiscono la volontà di arrivare a un rinnovo.
E mentre ieri i sindaci e i circoli contrari a un timone in mano a Hera protestavano, a parlare sono stati proprio i primi cittadini dei Comuni modenesi che hanno votato il cda, ovvero quelli di Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Carpi, Novi e Soliera, che rappresentano più del 35% dell’azienda e il 56% del solo capitale pubblico, e in termini di abitanti “coprono” 125mila su 210mila cittadini serviti da Aimag. «Come già evidenziato nel corso dell’assemblea - fanno sapere Francesca Silvestri, Tania Meschiari, Paola Guerzoni, Alberto Bellelli, Enrico Diacci e Roberto Solomita - ribadiamo che non è venuto meno il controllo pubblico su Aimag con l’elezione del nuovo cda, e invitiamo alla sottoscrizione di un nuovo Patto di sindacato tutti gli altri Comuni soci». I sei sindaci fanno quindi notare «per l’ennesima volta che non sono in corso operazione di vendita, incorporazioni o cessioni di controllo, ma si è dato semplicemente un governo rappresentativo della complessità della società, visto che Hera è socio privato ma di minoranza dell’azienda insieme alle fondazioni».
Quindi, «dopo aver approvato il bilancio con dati economici importanti - riprendono i sindaci - alla luce della situazione di crisi generale, ricordiamo innanzitutto che questo cda ha concluso il proprio mandato dopo tre anni, quindi l’assemblea doveva necessariamente eleggere un nuovo consiglio di amministrazione. Noi sindaci - aggiungono - abbiamo così presentato una lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione, con l’obiettivo di assicurare il controllo pubblico sulla società e sulle relative controllate, in linea e nel rispetto di quanto deliberato nell’ultima assemblea del Patto di sindacato scaduto il 30 aprile scorso».
I primi cittadini dei 6 Comuni delle Terre D’Argine e dell’Unione del Sorbara fanno inoltre notare che «nella lista, sottoscritta anche da alcuni soci privati, tra cui Hera e Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, ben 4 dei 5 componenti del nuovo cda sono espressione diretta dei Comuni e, in particolare, anche la stessa presidente e il suo vice sono espressione della nomina dei territori. Rimarchiamo come la proposta abbia ottenuto il voto favorevole di quasi il 68% dei voti - aggiungono - l’astensione del 5% e il solo voto contrario del 28% dei soci».
Tutto ciò, unitamente al capitale ordinario complessivamente in capo ai Comuni, che ricordiamo essere il 65% delle azioni di Aimag, scongiura qualsiasi forma di influenza dominante da parte dei soci privati». Le proporzioni del voto, insomma, sono state nette - del resto il “peso” di ogni Comune è proporzionale alle quote possedute - mentre per quanto riguarda i soci mantovani (che insieme hanno il 6,22% delle quote), 3 Comuni si sono schierati con le Terre D’Argine e del Sorbara e 4 con l’Area nord. «I sindaci - riprendono Silvestri, Meschiari, Guerzoni, Bellelli, Diacci e Solomita - ribadiscono inoltre la volontà di promuovere quanto prima la conclusione di un nuovo Patto di rsindacato e di voto tra tutti i Comuni soci, al fine di affrontare le sfide future che attendono la società, tra cui la partecipazione alla “gara a doppio oggetto” per il settore dei rifiuti, che sarà indetta da Atersir, l’Agenzia regionale per i servizi idrici e rifiuti; una gara che richiederà, alla data della relativa indizione, come condizione imprescindibile la sussistenza di un Patto di sindacato tra i Comuni soci. Noi sindaci - chiudono - invitiamo nuovamente, quindi, tutti i Comuni a un incontro da fissare nei prossimi giorni per riavviare il percorso funzionale a pervenire alla sottoscrizione di un nuovo Patto di sindacato e di voto che rafforzi ancora di più la centralità del ruolo pubblico e il valore sociale di Aimag e delle relative controllate».l