Interventi col robot A Baggiovara salvata la vita di due pazienti
Dal gennaio 2022 ben 1.615 operazioni
i Riccardo Chiossi
Due vite salvate grazie alla professionalità e anche alla tecnologia della sanità modenese. Due storie di pazienti che grazie all’Urologia di Baggiovara del professor Salvatore Micali hanno superato gravi patologie. Sono due casi particolari, di un reparto altamente qualificato che da gennaio 2022 all’aprile di quest’anno ha svolto 1615 interventi. In particolare, nelle nel mese di marzo e a Natale scorso l’equipe medico-chirurgica costituita dal dottor Stefano Puliatti, dal dottor Cosimo De Carne e dalla dottoressa Stefania Ferretti ha utilizzato una terapia robot-assistita che in futuro aprirà nuove opzioni e soluzioni dal punto di vista chirurgico.
L’intervento più recente ha interessato un uomo di 52 anni che ha subito un intervento di duplice tumorectomia renale robot-assistita, mentre quello dell’inverno passato ha visto sotto i ferri un paziente di 66 anni con rene ectopico pelvico, il primo caso al mondo.
Esperienze queste che consolidano gli ospedali e la medicina modenese tra le eccellenze mondiali.
«Sono molto soddisfatto – sottolinea il dottor Claudio Vagnini, direttore generale degli ospedali di Modena – di questo ulteriore avanzamento dell’attività di chirurgia urologica robotica che conferma l’ospedale di Baggiovara come polo chirurgico di eccellenza nell’ambito della rete provinciale e regionale. Ancora una volta è importante evidenziare che, grazie alla sanità pubblica, i cittadini sia modenesi che quelli provenienti da fuori provincia o regione sono in ottime mani. Un’altra caratteristica che mi piace evidenziare è che l’Urologia dell’Ospedale Civile – conclude Vagnini – può contare su una squadra dove giovani chirurghi come il dottor Puliatti e il dottor De Carne hanno già una grande esperienza che consente loro di svolgere interventi complessi coadiuvati dal professor Micali e dalla dottoressa Ferretti che è giunta a Modena un anno fa».
Il primo caso risalente a Natale 2022 ha coinvolto un uomo di 66 anni a cui era stato diagnosticato un tumore infiltrante della vescica, a cui è stata asportata insieme alla prostata e ai linfonodi pelvici bilaterali: il primo caso al mondo di cistectomia radicale robotica in paziente con rene ectopico.
«Un intervento la cui specificità – spiega dettagliatamente il dottor Stefano Puliatti – sta nella particolare posizione anatomica del rene destro, che per una questione anomala si trovava nella pelvi anziché nell’addome».
Il secondo intervento di marzo è stato per una duplice tumorectomia renale robot-assistita. Doppio tumore al rene di destra e a quello di sinistra, rispettivamente di 5 e 2 centimetri. Durato circa 6 ore a causa della sua estrema complessità con tecnica completamente robotica ha avuto successo, con l’uomo che ha mantenuto un’ottima funzionalità renale.
«La chirurgia robotica – sostiene la dottoressa Stefania Ferretti – è la chirurgia mini-invasiva per eccellenza. Rappresenta ormai il gold standard per numerosi interventi urologici oncologici. Il robot permette al medico di avvalersi di un elevato grado di precisione nei movimenti, di una visione magnificata e in tre dimensioni. Grazie a queste peculiari caratteristiche si riescono ad ottimizzare i risultati degli interventi».l