«Missione compiuta: le casse di espansione hanno lavorato bene»
Zanichelli, presidente di Aipo
«Le casse di espansione hanno fatto il loro dovere. Lo hanno fatto nel Secchia, dove la portata d’acqua è stata più importante, così come lo hanno fatto nel Panaro»: questo, in estrema sintesi, è il pensiero di Gianluca Zanichelli, presidente vicario di Aipo.
«La presenza delle casse di espansione, quelle di Rubiera e di San Cesario – prosegue nel suo ragionamento il dirigente di Aipo – è fondamentale. Fondamentale perché da qui al Po di argini ce ne sono parecchi e tutti vanno preservati il più possibile. Decisivo, quindi, è tenere sempre basso il livello dell’acqua».
Zanichelli entra quindi nel dettaglio, snocciola qualche dato che è utile per capire il lavoro di queste ormai “famose” casse di espansione: «Basti pensare che i 700 metri cubi di acqua al secondo del Secchia a Ponte Alto sono diventati 400 grazie alle casse di espansione e alle golene presenti in particolare nella zona di Campogalliano. Discorso praticamente simile anche per quanto riguarda il fiume Panaro. 650 metri cubi a Spilamberto contro i 450 arrivati a Bomporto. Nel mezzo le casse di espansione di San Cesario. Dispositivi, questi, che sono manovrati dai nostri tecnici e che, a differenza di quelli del Secchia, possono modificare la loro portata a seconda delle esigenze. Insomma, tutto questo per dire che la situazione è sempre stata sotto controllo. Anche perché, va sottolineato, non si è parlato di un fenomeno catastrofico qui nel Modenese. Siamo riusciti a gestire senza particolari problemi il deflusso dell’acqua».
Per concludere, restando ovviamente in tema, una particolarità legata alle piene, in particolare quelle del Secchia: «Dove come dicevo – continua Zanichelli – la situazione è stata più delicata anche se, ribadisco, non così tragica. I picchi sono stati due e in entrambe i casi non ci sono stati problemi nella gestione».