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L'editoriale del direttore

"Il ricatto No Vax che Modena non può accettare"

di Giacomo Bedeschi
"Il ricatto No Vax che Modena non può accettare"

La richiesta degli anonimi ViVi che tirano in ballo la Gazzetta di Modena, utilizzandola come veicolo per ricattare la comunità: non imbratteremo più scuole, uffici e luoghi pubblici come siamo soliti fare una volta al mese se la Gazzetta pubblicherà le nostre veline con quella che noi riteniamo la scomoda verità che nessuno vi vuole raccontare

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MODENA Cari lettori, ci dispiace rispolverare l’argomento mentre avete probabilmente di meglio da fare, come pagare una bolletta salata più del Mar Morto, ma non possiamo astenerci. Ancora una volta, la tribù di babbei (perché questo sono) che si riconosce nella sigla No vax ViVi, ha avuto un sussulto di fine anno diffondendo un video più allucinante del solito contenente il collaudato campionario di grandi scemenze: uno stufato in cui si mescolano i presunti effetti mortali dei vaccini anti Covid con un grande “complotto” sull’inquinamento e la guerra in corso in Ucraina.

Tutta roba che i “padroni” avrebbero premeditato per «distruggere l’economia della comunità». Potremmo archiviarla come la solita fuffa, prima di pensare a come mettere insieme il cenone di Capodanno dopo aver saldato le suddette bollette. Ma, anche a questo giro, gli anonimi ViVi tirano in ballo la Gazzetta di Modena, utilizzandola come veicolo per ricattare la comunità: non imbratteremo più scuole, uffici e luoghi pubblici come siamo soliti fare una volta al mese se la Gazzetta pubblicherà le nostre veline con quella che noi riteniamo la scomoda verità che nessuno vi vuole raccontare. Ecco, in sintesi, il testo del messaggio fatto circolare. Ora, ci sono da fare un paio di riflessioni.

La prima, terra a terra: ma ci credono davvero nelle baggianate che dicono? Forse noi, e la città di Modena, contro la quale agiscono imbrattando a destra e a manca lasciando il conto da pagare a tutti, abbiamo di meglio da fare. La seconda, più articolata. Già un anno fa i ViVi ci presero di mira. In particolare, il collega Giovanni Balugani, autore di numerose inchieste sulla pandemia, diffondendo la sua foto con una svastica in fronte e definendolo «bugiardo», «criminale», «nazista».

Li abbiamo denunciati. Ma, dopo aver dato nome e cognome a chi insulta e minaccia, la Procura ha chiesto l’archiviazione della vicenda per la «particolare tenuità del fatto». Non possiamo contestare. Constatiamo invece che, senza argini, certa gente tende a degenerare. Ma c’è un limite a tutto.