Gazzetta di Modena

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Femminicidio a Castelfranco. Il dramma del figlio minorenne scampato al massacro

Femminicidio a Castelfranco. Il dramma del figlio minorenne scampato al massacro

Il padre è stato sul punto di uccidere anche lui. Poi lo ha risparmiato

15 giugno 2022
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«La vittima più grande di questa storia è il figlio minorenne della coppia, costretto ad affrontare un trauma inimmaginabile».

A sottolinearlo è l’avvocato Annalisa Tironi, che avendo raccolto le denunce della madre uccisa conosce bene tutte le dinamiche famigliari nella villetta di via Cassola di Sotto dove lunedì è avvenuta la strage. Il ragazzo 17enne, figlio di Salvatore Montefusco e Gabriela Trandafir, è stato testimone oculare del duplice omicidio. Da quanto si è appreso, nel momento in cui il padre ha fatto fuoco era nella sua camera da letto, a riposarsi. L’uomo, dopo essere corso a prendere il fucile a canne mozze che teneva nascosto in casa, ha sparato prima a Renata mentre si trovava in cortile. Una raffica di colpi: si parla di tre o quattro uno dietro l’altro. Poi ha colpito la moglie Gabriela, ma ferendola soltanto, mentre anche lei si trovava in cortile. La donna è corsa in casa nel tentativo di trovare un riparo, ma è stata raggiunta rapidamente in cucina da altri colpi che l’hanno finita. Sotto gli occhi proprio del figlio, che era accorso nel vano tentativo di difenderla. Quella sequenza gli rimarrà impressa negli occhi per tutto il resto della sua vita.

Per qualche istante padre e figlio si si sono trovati faccia a faccia. E da quanto è emerso nell’interrogatorio Montefusco è stato per un attimo sul punto di fare fuoco anche su di lui. «Avrei potuto uccidere anche lui – ha detto durante l’interrogatorio – non so cosa mi ha fermato». Probabilmente la predilezione che ha sempre avuto per l’unico figlio maschio della sua famiglia. Sta di fatto che non ha sparato e il figlio è scappato dal luogo del massacro: i vicini hanno riferito di averlo visto correre via a piedi, in stato di choc. Con una dinamica ancora da chiarire, Montefusco poi si è ferito alla testa con l’impugnatura del fucile, per questo si è presentato al bar tutto sanguinante.

Nel corso dei lunghi interrogatori condotti lunedì pomeriggio in caserma a Castelfranco dal procuratore capo Masini assieme al pm Graziano, è stato sentito anche il 17enne. Non un interrogatorio in questo caso, ma le prime sommarie informazioni. Un atto dovuto, trattandosi dell’unico testimone oculare della tragedia, in grado di dare elementi decisivi per la ricostruzione nel dettaglio di ciò che è accaduto. Per quanto ancora sconvolto, il ragazzo, con l’aiuto di uno psicologo, ha risposto, permettendo agli inquirenti di avere uno sguardo sulla strage, e i suoi moventi, dall’interno del nucleo famigliare.

L’interrogatorio si è protratto fin verso alle 22. Al termine il padre è stato portato in carcere a Modena, mentre il figlio è stato condotto in una sistemazione protetta. Immaginarsi ciò che deve avere nel cuore: in un attimo si è trovato senza più i genitori – la madre uccisa e il padre destinato a trascorrere un lungo periodo in carcere – e la sorella maggiore con cui aveva sempre vissuto. E senza più nulla della casa in cui è cresciuto. Senza alcuna certezza sul suo futuro,

I rapporti tra padre e figlio erano sempre stati molto buoni, ma pare che si fossero complicati dopo la denuncia di Gabriela. Montefusco aveva detto al suo avvocato, Marco Rossi, che moglie e figlia glielo stavano mettendo contro. Sta di fatto che nelle ultime denunce di maltrattamenti domestici anche lui figura come vittima, anche per il solo essere stato testimone di certe scene di violenza verbale. Pare che però negli ultimi tempi il padre stesse tentando un riavvicinamento nei suoi confronti: «Negli ultimi mesi il figlio era l’unico della famiglia a cui Montefusco dava ogni tanto dei soldi e qualche regalo – rivela l’avvocato Tironi – ma in un contesto di un clima che restava comunque fortemente intimidatorio».

La posizione del ragazzo ora sarà al vaglio del Tribunale dei Minori di Bologna. «La mia speranza – sottolinea l’avvocato – è che vengano disposte nei suoi confronti adeguate forme di tutela, sia per il presente che per il futuro, con un obbligo di mantenimento da parte del padre, ciò che resta della famiglia».l