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la fine delle feste 

Gli albergatori ora possono sorridere «È stata una lavorata ma ne è valsa la pena»

Mattia Vernelli
Gli albergatori ora possono sorridere «È stata una lavorata ma ne è valsa la pena»

Da Fanano a Sestola fino a Riolunato c’è soddisfazione «Tra prenotazioni e disdette è stato tutto convulso»

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Mattia Vernelli

Già si parlava di “stangata Covid” e sembrava inevitabile alla vigilia di capodanno viste le centinaia di chiamate che risalivano l’Appennino per disdire le camere prenotate. Cattivi presagi figli dell’esplosione dei contagi in tutta Italia, rimasti alla fine semplici presagi perché il bilancio post festività fa invece sorridere tanti albergatori.

«Tutto sommato abbiamo lavorato. Siamo riusciti a riattivare tutto l’hotel – raccontano Chiara e Benedetta Bonacina, proprietarie del “Gabriella” di Canevare – è stata occupata la capienza massima. La fortuna è stata che a fronte di tante disdette ci sono state anche molte richieste. Non possiamo lamentarci di nulla, se non dell’impossibilità di programmare la mole di lavoro, per vie delle frequenti cancellazioni».

Alle due sorelle proprietarie dell’hotel fanno seguito tanti colleghi, quasi tutti nella medesima situazione. Nadia Gibertoni dell’hotel Pineta di Fanano in un’intervista rilasciata alla Gazzetta il 30 dicembre lamentava un importante numero di disdette, pari al 30% del totale. «Si è lavorato piuttosto bene – dice oggi – alla fine le camere le ho impegnate tutte. Nonostante l’avvicendarsi di prenotazioni e cancellazioni. Ore intere al telefono tra chi prenotava e poi si scopriva positivo dopo il tampone, tutto all’ultimo minuto, è stato davvero difficoltoso. Ma dal 3 al 9 gennaio abbiamo lavorato molto, seppur con una clientela mordi e fuggi. Vacanzieri “corti”, nessuno ha superato le 4 notti consecutive. Lo sciatore fa in media 2-3 giorni».

Chi non ha mai avuto preoccupazioni, neanche tra le impennate dei contagi, è Luciana Turturiello, titolare dell’hotel Passo del Lupo: «Abbiamo mantenuto la capienza massima fino a due giorni fa. Anche se ci sono state disdette, poche in tutto, le abbiamo recuperate subito».

C’è chi addirittura si sbilancia: «Un anno da record – dice soddisfatto Matteo Baisi, titolare dell’hotel Firenze – senza dubbio meglio di quelli precedenti. La mossa vincente è stato investire nella ristrutturazione di una parte di hotel: 20 suite con jacuzzi, bagno turco in camera e un centro benessere tutto nuovo. Un investimento da 50mila euro a camera, ma che ha dato i suoi frutti».

Nei giorni prima di capodanno l’hotel Firenze aveva dovuto cancellare momentaneamente il 20% di prenotazioni per la gran escalation di contagi. «Gli annullamenti sono stati subito rimpiazzati. Addirittura – continua Baisi – non siamo riusciti ad assorbire tutte le richieste».

Francesco Fortini dell’hotel Cimone non ha dubbi sulla chiave del successo delle festività: «La nevicata dei primi giorni dell’anno. Quella è stata la vera svolta. Specie per chi come noi lavora molto con il turismo della neve, essendo l’unico hotel di Riolunato e molto vicino alle Polle. Il Covid c’è e si è fatto sentire, ci barcamenavamo tra cancellazioni e nuove prenotazioni. Ma nonostante ciò siamo riusciti a riempire tutte le camere».

Meno bene, unica voce fuori dal coro, l’Hotel Miramonti di Sestola: «Abbiamo riempito a fatica. Una telefonata prenoti e l’altra cancelli. Abbiamo lavorato, ma non a livelli di festività normali. È stata dura. Ci siamo un po’ risollevati con la nevicata dei primi giorni dell’anno, ma non abbiamo superato i 50% di capienza massima».

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