«White list, in Prefettura era cosa nota l’amicizia tra Giovanardi e Ventura»
Serena Arbizzi
In Prefettura tutti sapevano dell’amicizia tra Mario Ventura e Carlo Giovanardi. Negli uffici di via Martiri della libertà il legame di fiducia tra l’ex vice prefetto e il politico erano noti, tanto che «si sapeva che Giovanardi per qualsiasi cosa chiamava Ventura».
L’ex dirigente della Prefettura Carmen Castaldo è stata ascoltata come testimone nell’ambito del processo “White list”. Tra gli imputati a vario titolo, per rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario e oltraggio a pubblico ufficiale, ci sono proprio l’ex senatore Giovanardi, l’ex vice prefetto Ventura e i componenti della famiglia Bianchini di San Felice. Il processo è un filone di Aemilia e si indaga a fondo il legame tra politica e funzionari dello Stato per ciò che riguarda l’iscrizione di alcune aziende nella “white list”, l’elenco, cioè, delle ditte autorizzate a partecipare ai lavori di ricostruzione del dopo terremoto che ha colpito la Bassa e Modena nel 2012. Elenco istituito presso la Prefettura.
Nella scorsa udienza di martedì era prevista la testimonianza dell’ex prefetto Michele Di Bari che, a causa di un impedimento, non ha potuto partecipare. In aula, ad assistere all’udienza presente una delegazione delle Agende rosse che hanno seguito con assiduità anche il processo Aemilia.
Il collegio di giudici ha ascoltato la testimonianza di Carmen Castaldo e quella di Annunziata Finizio, già vice prefetto e dirigente dell’area antimafia in via Martiri della Libertà.
«Quando finiscono le riunioni, Ventura riferisce a Giovanardi», ricostruisce Castaldo, rievocando gli incontri in Prefettura.
Il gruppo interforze, costituito per la ricostruzione post terremoto «aveva la sensazione» che Ventura contattasse direttamente Giovanardi per informarlo via sms, è emerso nel corso dell’udienza.
Dalla testimonianza della dottoressa Finizio emerge il risvolto che assumevano all’interno della Prefettura gli interventi pubblici di Giovanardi all’indomani di un diniego di iscrizione nella “white list”.
«Ogni volta che facevamo una interdittiva, lui diceva su tutti i giornali che le aziende erano sane», dice Finizio.
Dalla testimonianza emerge inoltre come arrivassero richieste di riesame da parte del gruppo interforze dell’ammissione nella “white list” per alcune ditte. Si ricorda, in particolare, un’occasione in cui Giovanardi spedì la richiesta di un’azienda. Ed emerge un dibattito in Prefettura, tra i vertici che impongono nuovi incontri per riesaminare il caso e Finizio che, con altre forze del gruppo, sostiene che la posizione fosse già chiara.
Viene rievocata, poi, un’occasione in cui Ventura si assenta dal gruppo sulla “white list”, in cui qualcuno delle forze dell’ordine esclama, sarcastico: “Telefonatina a Roma?”, a sottolineare, con una battuta, lo stretto rapporto con l’ex senatore.
Finizio, poi, manifesta “disagio” nell’affrontare l’iter della famiglia Bianchini, «era pesante quel tipo di attività, lavoravamo per lo Stato per non dare la patente di legalità a delle imprese, quando venivamo attaccati dallo Stato come se facessimo errori».
Tra le prossime udienze in calendario, c’è quella del 17 dicembre: tra i testimoni da ascoltare anche il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l’ex primo cittadino di Finale, Fernando Ferioli, l’attuale sindaco di Ferrara e già sindaco di Bondeno, Alan Fabbri.
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