Modena, green pass e lavoro: sciopero alla Cnh, il Comune adegua i timbratori
Protesta in azienda. L’ente spende 33mila euro per la tecnologia di controllo, ma c'è chi dichiara che i lavoratori che manifestano siano in cassa integrazione e, pertanto, pagati
MODENA. Inizia l’era del green pass obbligatorio sul luogo di lavoro. Tutti i dipendenti pubblici e privati dovranno essere in possesso del certificato verde per poter accedere nelle sedi delle aziende, degli enti e di altri istituti, così come il personale esterno che si dovrà recare ad esempio per una riparazione o altre operazioni. Più in generale sono soggetti all’obbligo i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all’interno degli uffici posta d’ufficio o privata. Sono esclusi soltanto gli utenti.
È una sorta di D-day, in cui non mancheranno polemiche e disguidi (anche per i verificatori), poiché permane una frangia compatta di cittadini che non intendono vaccinarsi oppure che, seppur vaccinati, sono contrari alla legge sul green pass, ritenendola iniqua e in palese contrasto con la libertà personale.
Tra i più duri certamente vi sono alcuni addetti della Cnh di Modena, che sostengono di «lottare contro il green pass e l’obbligo vaccinale». C'è chi sostiene, tuttavia, che per i lavoratori in protesta alla Cnh non si tratti di sciopero, bensì di cassa integrazione.
«A partire da venerdì 15 ottobre, se non sei vaccinato, per te il lavoro non sarà più un diritto ma un servizio a pagamento», spiegano in una nota.
Tralasciamo una parte in cui si definisce il vaccino «sperimentale», poiché le autorità sanitarie rassicurano da mesi sui farmaci di prevenzione per il Covid ed entriamo nel nocciolo della protesta degli operai Cnh che per oggi hanno annunciato lo sciopero contro un «sistema di controllo sociale che non ha precedenti nella storia».
Non si sa quali saranno i numeri di adesione in un’azienda tra le più grandi di Modena, così come non si sa quale sarà l’adesione a un’altra protesta che toccherà un altro simbolo di Modena, la Ferrari.
Ad annunciare lo sciopero di due ore al Cavallino è stata Fiom-Cgil per dire «no all’utilizzo del green pass come strumento di discriminazione» e per chiedere «tamponi gratis per tutti i lavoratori e tutta la popolazione». Il presidio si terrà sulla portineria di via Grizzaga a Maranello.
Di green pass ha parlato ieri anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli; nelle pubbliche amministrazioni il decreto concede 15 giorni per la definizione delle misure organizzative.
«Il nostro Comune – ha spiegato il sindaco – è pronto ad assicurare le modalità operative per la verifica del green pass che da subito sarà attiva tramite tablet, in attesa di completare l’installazione di nuove tecnologie che, nelle diverse sedi, integreranno i marcatempo con strumentazioni in grado di verificare la certificazione associandola alla timbratura di ingresso». I green pass degli esterni saranno verificati con la “funzione ospite” dei nuovi marcatempo. Per i dipendenti che non esibiranno la certificazione verde scatterà l’assenza ingiustificata e sospensione dello stipendio, senza perdere il rapporto di lavoro. La verifica delle certificazioni non comporta, in alcun caso, la raccolta, il trattamento, la conservazione dei dati delle certificazioni. Per il personale del Comune, in caso di verifica negativa, il sistema introdurrà automaticamente un apposito codice di verifica nel sistema di gestione delle presenze. L’adeguamento dei marcatempo, già programmato, è stato solo anticipato e sono stati ordinati 30 apparati per una spesa complessiva di circa 33 mila euro; la nuova strumentazione è già predisposta per eventuali aggiornamenti a fronte di novità normative.