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Maranello. Il Ristorante Cavallino inaugura la nuova con un pranzo tra piloti di ieri e di oggi della Scuderia Ferrari

Maranello. Il Ristorante Cavallino inaugura la nuova con un pranzo tra piloti di ieri e di oggi della Scuderia Ferrari

Charles Leclerc e Carlos Sainz, si sono ritrovati tanti campioni del passato e altri personaggi che che hanno lasciato un segno nella storia della Casa di Maranello, vuoi perché parte del management o come partner della squadra o perché ne hanno raccontato il cammino attraverso le cronache sulla carta stampata e in televisione.

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MARANELLO. Il Ristorante Cavallino ha inaugurato ufficialmente la sua nuova era ospitando un pranzo fra i protagonisti di ieri e di oggi della storia della Scuderia Ferrari.

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Insieme al Presidente John Elkann, al Vicepresidente Piero Ferrari e ai piloti che oggi difendono i colori del Cavallino Rampante in Formula 1, Charles Leclerc e Carlos Sainz, si sono ritrovati tanti campioni del passato e altri personaggi che che hanno lasciato un segno nella storia della Casa di Maranello, vuoi perché parte del management o come partner della squadra o perché ne hanno raccontato il cammino attraverso le cronache sulla carta stampata e in televisione.

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Il Cavallino, che ha riaperto le porte lo scorso 15 giugno, è stato completamente rinnovato grazie alla collaborazione con il celebre architetto franco-iraniano India Mahdavi, che ne ha curato ogni dettaglio, e può contare sulla gestione dello chef pluristellato Massimo Bottura che ha deciso di puntare su questo storico locale per offrire “una nuova prospettiva e un nuovo modo di far vivere la cucina modenese”.

Il Cavallino è un luogo iconico nella storia della Ferrari. Ai suoi tavoli Enzo Ferrari era solito pranzare con i suoi collaboratori ed era sempre qui che spesso il fondatore incontrava i potenziali nuovi piloti e tecnici che potevano entrare a far parte del team. Le mura di questo ristorante sono state testimoni di strette di mano che poi si sono formalizzate in contratti, hanno assistito a discussioni – anche animate – in occasione dei pranzi con i giornalisti che venivano organizzati al termine o alla vigilia delle stagioni sportive, nei quali Enzo difendeva la sua Ferrari dalle critiche di chi ne parlava sulle colonne dei quotidiani e dei settimanali. Da qui Enzo assisteva anche agli eventi che avvenivano sulle piste, seguendo le dirette televisive dalla saletta privata che si trova all’interno del ristorante e che oggi porta proprio il suo nome.

Seduti ai tavoli del Ristorante Cavallino, piloti, manager, ospiti del marketing e giornalisti hanno riscoperto il calore di questo luogo in una chiave del tutto nuova: una trattoria contemporanea radicata nel territorio che la ospita,  proprio come la Ferrari, che nel corso degli anni si è avvalsa sempre più di talenti provenienti da ogni parte del mondo ma ha saputo rimanere profondamente italiana ed emiliana. All’interno e all’esterno del locale ogni dettaglio di design e arredamento è stato realizzato su misura – tailor made –, ispirandosi alla tradizionale trattoria italiana, ma è stato sviluppato attraverso i codici espressivi del mondo Ferrari ed è per questo che può essere considerato a tutti gli effetti un’ulteriore espressione dell’eccellenza del brand.

Una reunion d’eccezione come questa non poteva che essere una splendida occasione per rivivere e condividere tante vicende e far scoprire anche ai più giovani l’importanza del Cavallino. I piloti degli anni Settanta, come Jacky Ickx, Arturo Merzario, René Arnoux e il campione del mondo 1979 Jody Scheckter si sono dunque ritrovati a raccontare ai giovani Leclerc e Sainz com’era l’atmosfera qui quando Maranello era la loro casa. Alle loro parole si sono aggiunte le voci dei giornalisti storici, che hanno parlato a chi racconta oggi le gare in tv, dei loro speciali racconti. Tra i piloti presenti anche Gerhard Berger, che faceva parte insieme a Michele Alboreto dell’ultima coppia della Scuderia scelta personalmente da Enzo Ferrari prima della sua morte – avvenuta nel 1988 –, Giancarlo Fisichella, l’ultimo italiano ad aver corso per la Scuderia Ferrari, e Luca Badoer, storico collaudatore dell’era d’oro targata Michael Schumacher.