Addio a Angelo Tavoni una vita da scultore
L’ARTISTA
CASTELFRANCO
Castelfranco piange la scomparsa dello scultore Angelo Tavoni, 84 anni. L'artista, diplomato nel 1959 all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove fu allievo di Drei, Carpigiani e Mastroianni, ha praticato tutte le forme espressive prediligendo la modellatura della creta, trattata principalmente con le mani e usando gli strumenti solo in fase di rifinitura. Raccontava che da bambino osservava gli animali nelle stalle, per copiarli; seduto sul ciglio delle strade guardava i birocciai che passavano, per studiare l'andatura dei cavalli che, adulto, avrebbe riprodotto. Lontano per scelta dai palcoscenici e dai galleristi, è sempre rimasto fedele alla dimensione dell'artigiano di bottega: ha realizzato miriadi di figure, caratterizzate dalla capacità di collocarsi e muoversi negli spazi, con una varietà di temi amplissima. Il grande maestro Egidio Giaroli lo avrebbe voluto con sè nel laboratorio romano, ma Tavoni ha scelto di interpretare la scultura sul piano della viva attualità, rendendo impattante ogni creazione. Bronzi e terrecotte di piccole e grandissime dimensioni dimostrano un'eccezionale padronanza delle tecniche; le sue figure parlano un linguaggio carico di vitalità, derivato da una grande consuetudine di disegnatore (ha insegnato per 24 anni Educazione Artistica alle scuole medie) che gli permetteva di scolpire con sorprendente facilità. Ha partecipato a 50 mostre collettive, ottenendo numerosi e prestigiosi riconoscimenti. È del 1962 il ritratto in bronzo di Fausto Coppi per lo stadio "Braglia" di Modena, sono del 1999 i busti di Don Camillo e Peppone per il Museo di Brescello, preceduti dalle statue di San Geminiano e San Petronio nella chiesa di Castelfranco. Lascia la moglie Enrica e cinque figli. —