Modena. Ristorante Vinicio: «Senza banchetti io non apro il locale I costi sono insostenibili»
il racconto
Vinicio non riesce neppure ad immaginare un matrimonio a distanza di sicurezza. «Io voglio baciare la sposa!» dice lui più serio che faceto. Dunque i battenti restano chiusi. Per il momento, s’intende. «Stiamo sanificando i locali per la riapertura. Che probabilmente avverrà nelle prime settimane di giugno». Così si sente rispondere da una voce registrata – quella, sempre gentilissima, dello stesso Vinicio– chi prova a chiamare il ristorante al civico 1526 di via Emilia Est. Una risposta che risuona come un’eco. Da nord a sud la cautela va infatti per la maggiore. Anche tra gli chef di alto lignaggio, Bottura in primis, ancora in attesa alla finestra. Ma perché Vinicio indugia? «L’ottanta per cento del nostro fatturato viene dai banchetti – spiega lui - Se il ristorante riaprisse ora non saremmo in grado di reggere i costi. Inoltre paghiamo pegno all’incertezza, manca ancora la giusta dose di tranquillità. Sia da parte nostra, sia dal punto di vista del consumatore. Ripartiremo quando sarà possibile garantire la sicurezza al cento per cento. Penso ai clienti, ma anche ai miei dipendenti. Loro per me sono quanto di più prezioso possa esistere».
Pietra angolare dell’omonimo ristorante, la cui capienza permette di ospitare oltre cinquecento persone, Vinicio oggi regge le redini anche della Corte dei Melograni, mirabile location di Strada Pomposiana da trecento invitati. «In termini pratici per noi la distanza non rappresenta un ostacolo. Ma lo spazio va riempito. Se un metro è una distanza congrua alla salute? È presto per dirlo. Il periodo peggiore sembra comunque passato, le persone hanno preso coscienza di quanto sia importante comportarsi in modo responsabile. Un metro può andare bene. Bonaccini si è dimostrato attento nel cogliere le esigenze anche dei locali di piccole dimensioni. A che cosa andrà incontro il comparto del banqueting? È quanto sto cercando di capire. Spero che, passata l’emergenza, chi di dovere ci tenga in considerazione. Nel frattempo aspetto paziente. In due mesi e mezzo di chiusura ho perso un fatturato consolidato pari a trecentomila euro. I matrimoni no, non sono perduti - puntualizza - bensì spostati al 2021». —
A.D.M.