Gazzetta di Modena

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Coronavirus a Modena

Modena: 7 detenuti morti al S.Anna, 4 in prognosi riservata. Carcere devastato: è a rischio chiusura. Salvini: "Io l'avevo detto"

Stefano Totaro e Luca Gardinale
Modena: 7 detenuti morti al S.Anna, 4 in prognosi riservata. Carcere devastato: è a rischio chiusura. Salvini: "Io l'avevo detto"

Hanno tentato la fuga, ma sono stati bloccati dalla polizia. Asserragliati nell’edificio fino a notte, poi la scoperta delle prime tre vittime

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MODENA Sono sette i detenuti morti, probabilmente per malore o ingestione di farmaci, nel corso della rivolta all’interno del carcere Sant’Anna. Altri quattro si trovano in rianimazione (due al Policlinico e 1 a Baggiovara): sono in corso indagini sull’accaduto, mentre si registrano ancora forti tensioni all’interno del penitenziario, dove gli agenti stanno cercando di rientrare forzando le sbarre.

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AGGIORNAMENTO DELLE 19,30: ULTIMI RIVOLTOSI ANCORA ASSERRAGLIATI

Sale anche il numero dei feriti gravi per la rivolta nel carcere di Modena. Sono infatti sei i detenuti in terapia intensiva, con prognosi riservata: due sono ricoverati al Policlinico, tre a Baggiovara, uno a Carpi. Nel frattempo è ancora presente sul posto un coordinatore del servizio emergenza territoriale, tre infermieri e due medici. Nel tardo pomeriggio la situazione, seppur più tranquilla, non è ancora definita, con un gruppo di detenuti ancora all'interno e le operazioni di evacuazione.

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SETTIMA VITTIMA NEL POMERIGGIO DI LUNEDì 9

E' morto nel pomeriggio del 9 febbraio nel carcere di Marino del Tronto uno dei 41 detenuti trasferiti la scorsa notte da quello di Modena dopo i tumulti e il saccheggio dell'infermeria. A causare del decesso dell'uomo, un 40enne, sarebbe stata un'overdose. Già all'arrivo nel carcere ascolano le sue condizioni di salute erano apparse gravi. A quanto trapela un altro dei detenuti giunti da Modena, sarebbe in condizioni gravissime sempre per l'assunzione di oppiacei avvenuta prima dell'arrivo nel carcere ascolano.

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GLI AVVOCATI DELLA CAMERA PENALE: IL CARCERE DOVRA' ESSERE EVACUATO

Gli avvocati della Camera Penale hanno diramato un comunicato ufficiale sui fatti avvenuti al S. Anna e la situazione attuale, al termine di un sopralluogo compiuto da una delegazione all'interno del carcere.

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"Si confermano i 6 morti. - esordisce la nota -  Le visite mediche escludono ferite da arma da taglio. Non si possono escludere episodi di colluttazione tra detenuti". Il tutto come anticipato legato all'assalto alla "farmacia" del carcere da dove sono stati sottratti  ingenti quantitativi di farmaci stupefacenti e sostanze psicotrope che potrebbero avere causato i decessi".

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Non risultano feriti gravi tra gli agenti della Polizia Penitenziaria e tutte le persone che necessitavano di cure sono state prontamente trasferite all'esterno.

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La situazione al momento sarebbe sotto controllo. "E' stato ristabilito il controllo delle aree strategiche dell'istituto penitenziario. - prosegue il comunicato - L'attuale situazione di sostanziale inservibilità di tutti i servizi essenziali propri della struttura imporrà l'immediato trasferimento presso altri istituti di tutti i detenuti già nelle prossime ore.

I trasferimenti, una volta completati, saranno comunicati dal locale Consiglio dell'ordine degli Avvocati direttamente ai difensori di tutti gli interessati, che alla luce dell'intervenuta dispersione della documentazione matricolare, sono fin d'ora invitati a confermare/formalizzare la nomina del proprio difensore all'atto dell'ingresso presso le nuove strutture penitenziarie. L'impossibilità di ricostruire documentalmente i rapporti familiari per l'essere stato incendiato l'ufficio matricola e con esso la documentazione ivi contenuta, farà sì che tutte le notizie saranno date direttamente ai difensori dei diretti interessati. La Polizia Penitenziaria rappresenta la ferma volontà di ricondurre a totale normalità la situazione tramite assoluta ragionevolezza e senza uso della forza".  

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Anche gli avvocati confermano quindi che le sei morti  sarebbero legate all'abuso di sostanze oppioidi,  o di benzodiazepine, medicinali saccheggiati nell'infermeria del carcere. Per uno permangono dubbi in quanto  il cadavere è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato.

Gli altri tre detenuti morti negli istituti di Alessandria e Verona, sono detenuti che hanno partecipato alla rivolta di Modena, durante la quale hanno assunto medicinali saccheggiati in infermeria. Si sono sentiti male durante il tragitto di trasferimento in altre strutture, o poco dopo il loro arrivo; trasferimenti seguiti alle operazione di sedazione della rivolta.

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Non si esclude possano esserci stati anche scontri tra gli stessi detenuti del penitenziario, in parte non d’accordo con la protesta in atto forse temendone le conseguenze.

La rivolta era scoppiata in segno di protesta per le restrizioni ai colloqui dovute all’emergenza coronavirus. Trasferiti dal penitenziario in altre carceri 70/80 detenuti, quelli che avrebbero raggiunto il cortile tentando di evadere.

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BOLLETTINO DEL POLICLINICO

 La direzione del Policlinico con un bollettino ha fatto il punto, provvisorio, degli interventi di soccorso al carcere di Modena

Sono stati 18, al momento, i pazienti trattati  dai medici, la maggior parte per intossicazione. I più gravi, 6 detenuti, sono stati portati ai Pronto Soccorsi Cittadini, di questi 4 sono in prognosi riservata, ricoverati in Terapia Intensiva (2 al Policlinico, 1 a Baggiovara e uno a Carpi).

Al Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara sono giunte 3 guardie lievemente ferite e sette sanitari con ferite lievi; uno di questi è lievemente intossicato. Si precisa che i sanitari coinvolti fanno parte del contingente di 2 medici, 1 coordinatore infermieristico e 7 infermieri impegnati nell'assistenza ai detenuti.

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Sono stati coinvolti nella gestione della situazione 11 mezzi tra Volontariato Provinciale (ANPAS E CRI) e mezzi istituzionali gestititi dal Coordinamento del Servizio Emergenza Territoriale 118Modena. Sono stati allestiti due PMA (Posti medici avanzati), con 2 medici e 3 infermieri del Dipartimento Emergenza Urgenza, che hanno permesso di classificare la gravità delle condizioni dei feriti e trattarli secondo i criteri del triage in maxiemergenza, per poi inviarli, qualora necessario, verso i luoghi di assistenza più appropriati. Sono ancora presenti sul posto 1 Coordinatore del Servizio Emergenza territoriale, 3 infermieri e 2 medici.

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LE CAUSE DELLE MORTI

Allo stato secondo quanto si sta ricostruendo, tutto porta a pensare che le vittime. Al momento identificati due tunisini e un marocchino, siano morti in seguito al consumo di farmaci e medicinali, come metadone, in gandi quantità. L'assunzione dei farmaci è seguita all'irruzione fatta dai detenuti nell'infermeria della casa circondariale. Qui c'è stato un vero e  proprio assalto alle medicine, metadone e altri farmaci che vengono utilizzati per curare i detenuti in crisi da astinenza. Un consumo esagerato da chi da tempo non si "faceva" causa carcere ha avuto effetti mortali. I cadaveri sono stati trovati nelle varie celle.

Altri 20 detenuti sono invece stati medicati dai posti medici avanzati allestiti nelle immediate vicinanze del carcere dal 118.

RIVOLTA ORMAI SEDATA

Al momento la situazione nel carcere è tranquilla,  gli ultimi facinorosi asserragliati in un'ala centrale del carcere sono stati bloccati intorno alle 5 del mattino. Ora le forze dell'ordine stanno piano piano sistemando il resto del carcerei.

Intanto la procura di Modena ha aperto un'inchiesta sulla rivolta dei detenuti scoppiata ieri nel carcere della citta' emiliana: resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata sono i reati ipotizzati. Allo stesso tempo sono in corso indagini per chiarire le cause della morte di tre detenuti ufficialmente accertata all'interno della casa circondariale. 

La violenta protesta era stata innescata dalle limitazioni mirate al contenimento della diffusione del coronavirus. La casa circondariale modenese e' stata seriamente danneggiata e oltre 100 detenuti sono stati protagonisti della rivolta: incendi di materassi e lancio di oggetti agli agenti di polizia penitenziaria. In corso il trasferimento della maggior parte dei detenuti, 530 quelli totali, in altre strutture

CARCERE A RISCHIO CHIUSURA

Gli agenti di polizia penitenziaria sono tornati ad avere il controllo del carcre, mentre proseguono i trasferimenti. la situazione della struttura è gravemente compromessa. Secondo  i sindacalisti del Sappe, c'è la seria probabilità che la struttura non possa essere utilizzata a lungo.

SALVINI: "E' ACCADUTO QUANTO TEMEVO"

Sulla rivolta di Modena è intervenuto anche il leader della lega matteo Salvini: "Detenuti morti, altri ricoverati: a Modena è successo quello che temevo mesi fa, quando (era il 25 gennaio) avevo sollevato pubblicamente la situazione drammatica di alcune carceri italiane. In particolare, a Modena denunciavo sovraffollamento e massiccia presenza di reclusi con problemi mentali.

Una bomba a orologeria che purtroppo è esplosa con conseguenze drammatiche. Il ministro Bonafede non ha mai risposto agli allarmi, e ora si è diffusa la rivolta dei detenuti in tutto il Paese.

Solidarietà alla Polizia Penitenziaria e grazie alle donne e agli uomini in divisa: molti di loro sono rientrati in servizio per aiutare i colleghi in un momento drammatico. Nessuno provi a spalancare i cancelli delle galere con la scusa delle rivolte". Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Tutto ha avuto inizio poco prima delle 14, quando una colonna di fumo nero si è alzata dalla zona di Sant’Anna ed era visibile da tutta la città. La struttura penitenziaria è stata letteralmente messa a ferro e fuoco da un gruppo molto numeroso di detenuti (quelli attualmente ospitati sono circa 560), che ha distrutto diverse celle e uffici, dato fuoco a oggetti, materiale elettrico e all’infermeria, ferendo due agenti e sette sanitari. Una giornata lunghissima, partita nel primo pomeriggio e andata avanti tutta la notte con un dispiegamento di forze senza precedenti - sul posto sono arrivati carabinieri, polizia e vigili del fuoco, ma anche squadre speciali da Bologna e diversi pullman pieni di agenti della penitenziaria - e con la mediazione del direttore del carcere. In tarda serata, parte dei detenuti in rivolta, che si erano asserragliati dentro la struttura, sono stati catturati e portati nella caserma interna al comparto o trasportati in altri penitenziari, ma molti erano ancora dentro e armati.

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Una rivolta partita proprio dall’emergenza Coronavirus, con il timore dei primi contagi anche tra i detenuti e la richiesta di maggiori protezioni, mentre allo stesso tempo nella struttura di Sant’Anna si è creata una grande tensione per il decreto governativo che rende più complicate le visite dei familiari.

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Una rivolta partita poco prima delle 14 con un tentativo di fuga: in quel momento nella struttura c’erano circa venti operatori, che sono stati sequestrati, colpiti e chiusi in infermeria. Un gruppo molto numeroso di detenuti ha quindi cercato di fuggire dalla struttura, ma è stato bloccato dall’arrivo di quattro volanti della polizia e da una pattuglia dei carabinieri. A quel punto, non riuscendo a fuggire, i detenuti hanno iniziato a distruggere uffici e interi reparti della struttura, dando fuoco a oggetti e materiale elettrico. Nel giro di pochi minuti si è così sviluppato un vasto incendio, con la colonna di fumo nero visibile da tutta la città, mentre all’interno della casa circondariale la situazione si è fatta sempre più difficile, con i detenuti in rivolta che si sono asserragliati all’interno del carcere.

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Nel frattempo, davanti alla casa circondariale sono arrivati diversi mezzi di polizia e carabinieri, che hanno lanciato fumogeni davanti all’ingresso e sparato alcuni colpi di pistola in aria nei momenti più concitati. Sul posto anche i vigili del fuoco e la polizia municipale, che ha provveduto a tenere lontane le tante persone che nel frattempo si sono radunate davanti al carcere. Tra loro anche alcuni parenti dei detenuti, preoccupati per le condizioni dei loro familiari.

Il personale della struttura è comunque riuscito ad uscire, prima nascondendosi nelle stanze di servizio e poi riuscendo a guadagnare l’uscita, anche se due agenti e sette sanitari sono rimasti feriti: alcuni di loro sono stati portati all’ospedale di Baggiovara, dove sono stati medicati e dimessi, mentre un operatore è rimasto in osservazione al Policlinico per un’intossicazione da farmaci. Nel frattempo, sul posto sono arrivati altri uomini anche dai reparti speciali di Bologna.

Un dispiegamento di forze senza precedenti per gestire una situazione ad alta tensione, con i detenuti in rivolta asserragliati nella struttura. Intorno alle 16, le forze dell’ordine sono entrate nell’edificio, andando a prendere uno a uno i detenuti “ribelli”. Un’operazione tutt’altro che semplice, sia per il numero di persone in rivolta, sia perché i detenuti sono riusciti a procurarsi delle armi.

Una lunga operazione che ha iniziato a dare i primi frutti poco più tardi, con i detenuti portati fuori uno a uno: alcuni di loro sono stati ammanettati e portati nella caserma del complesso, mentre altri sono stati trasferiti nelle case circondariali di Parma e Ascoli, anche perché diverse celle sono inutilizzabili. Un’operazione andata avanti tutta la notte, con il direttore del carcere impegnato in prima persona, mentre poco dopo le 21, dopo essere entrati in un’ala dell’edificio, gli agenti hanno trovato il cadavere. —